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INPS: nonostante la voragine del bilancio l’istituto premia 26 dirigenti con premi di 3,5 milioni

ROMA – Mentre infuriano le polemiche sul rinvio della riforma del sistema pensionistico nonchè quelle sui clamorosi buchi miliardari emersi nel bilancio dell’istituto, l’Inps pensa bene di “premiare” i propri manager con bonus da quasi 3 milioni e mezzo di euro. Lo ha affermato lo stesso presidente Inps, Tito Boeri, a proposito dell’indagine della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore sull’erogazione di premi di produttività nel biennio 2012-2013 sulla base di risultati delle ispezioni ‘gonfiati’. “Il sistema di incentivazione per i dirigenti Inps sulle ispezioni – ha detto Boeri – ha dato luogo all’erogazione di un importo, per i 26 dirigenti delle aree di vigilanza, pari a circa 3,4 milioni per il biennio 2012-2013”. “Alla luce di quanto sopra esposto sembra possibile ritenere che, ove si rivelasse fondata l’ipotesi investigativa – ha eguito Boeri – il fenomeno oggetto dell’indagine possa risultare circoscritto nelle sue dimensioni”.

LE CIFRE DI BOERI – Boeri ha comunque voluto sottolineare che i 400 milioni di premi di cui si è letto in questi giorni sulla stampa “rappresenta l’importo complessivamente erogato dall’Istituto ai 30.000 dipendenti come retribuzione di risultato legata alla produttività e alla qualità del servizio secondo i criteri definiti nei contratti collettivi nazionali di lavoro e nei contratti collettivi integrativi vigenti”. Quindi, sottintende, non solo per manager e dirigenti. “L’Istituto, come ha sempre fatto nei sui 110 anni di storia – ha detto ancora – continuerà ad offrire massima collaborazione alle autorità inquirenti affinché le eventuali responsabilità siano prontamente chiarite a tutela della sua immagine e della reputazione dei 30.000 dipendenti che quotidianamente svolgono il loro lavoro con orgoglio e spirito di servizio”.

IL BUCO NEI CONTI – Come Firenzepost ha già rilevato, l’Inps prevede 10 miliardi di perdite l’anno per i prossimi dieci anni.  Cifre che decreterebbero la morte di qualunque società privata. Non si parla cioè di perdite circoscritte o una tantum, ma di un rosso sistematico, un buco strutturale che peserà come una vera e propria spada di Damocle sulla testa dei pensionati italiani. Un ottimo risultato, non c’è che dire, per un economista uscito dalla Bocconi.

 

Un qualsiasi dirigente di azienda, seppur piccola, con questi risultati sarebbe già stato cacciato a pedate nel didietro, mentre Boeri continua imperterrito a inondare le pagine dei giornali con improbabili progetti di riforma. Che si sostanziano in sacrifici illegittimi (così dichiarati dalla Corte costituzionale) per le pensioni più alte, mentre 6,6 milioni di persone non arrivano a mille euro al mese (1,9 milioni non supera neppure la soglia dei 500 euro). In ogni caso a rimetterci per la cattiva gestione di un istituto fondamentale per l’Italia sono i cittadini e non dirigenti profumatamente pagati che non riescono a trovare soluzioni per questa situazione catastrofica.

inps, lavoro pensioni


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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