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Borsa: Milano maglia nera (- 3,21%). Monte dei Paschi di Siena, nuovo minimo storico. Petrolio sotto i 30 euro. Corsa all’oro

borsa

MILANO – Un’altra giornata da dimenticare per Piazza Affari, con le banche nuovamente nella bufera. Il clima di diffuso nervosismo ha il suo fondamento un po’ in tutte le variabili, dalla situazione delicata della Grecia, al prezzo del petrolio sempre vicino ai minimi, alla debolezza dei mercati obbligazionari che ha comportato l’improvvisa lievitazione dello spread, oggi rimasto intorno ai 150 punti.

INDICE – L’indice principale Ftse Mib ha perso il 3,21% scendendo sotto i 16mila punti (a 15.913), fino a scivolare sui livelli di luglio 2013. Ma i rischi di una frenata dell’economia mondiale hanno mandato in rosso anche gli altri listini europei: Madrid ha ceduto il 2,45%, Parigi l’1,98%, Francoforte l’1,1%.

BANCHE – A Milano sotto tiro i titoli bancari: Ubi -8,87%, Banco Popolare -8,63%, Bpm -8,35%, Unicredit -7,91%, Intesa Sanpaolo -6,21%. Il Monte dei Paschi di Siena aggiorna un nuovo minimo storico in Borsa con la capitalizzazione che si porta ben sotto la soglia di 1,5 miliardi di euro. Le azioni dell’istituto senese hanno toccato infatti un minimo a quota 0,4822 euro, che corrisponde ad un controvalore della banca di 1,41 miliardi di euro. Adesso i titoli segnano un calo del 3% a 0,50 euro.

ALTRI MERCATI E SETTORI – Non va meglio fuori dall’Italia: nel mirino Deutsche Bank nonostante abbia rassicurato i mercati di non avere problemi di liquidità per pagare le cedole dei suoi bond. Ma la raffica di vendite non ha risparmiato gli altri settori: pesante la performance di Ferrari (-5,94%) scivolata a 30,4 euro. Male Tenaris (-5,77%) e Saipem (-5,56%). In decisa controtendenza, invece, Telecom (+3,57%) sulle attese dei risultati 2015 e dell’aggiornamento del piano che saranno svelati martedì prossimo.

PETROLIO – Il prezzo del petrolio è in ribasso sotto quota 30 dollari al barile. Al Nymex il Light crude Wti scende di 29 cent a 29,51 dollari e il Brent arretra di 34 cent a 32,54 dollari. Riprendono a pesare sui mercati gli eccessivi rifornimenti che, come sostiene anche l’Aie nel suo rapporto mensile, impediscono un sostenuto aumento dei prezzi.

ORO – La tempesta degli ultimi giorni sui mercati finanziari sta rilanciando la corsa all’oro, bene-rifugio per eccellenza dalla volatilità delle Borse. Dopo che lunedi il metallo giallo ha toccato il massimo da tre mesi a 1.1174,1 dollari l’oncia, in rialzo del 2%, il trend rialzista sembra destinato ormai a consolidarsi. Dall’inizio dell’anno, l’oro ha già messo a segno un rialzo di oltre l’11%, un rally che non si verificava dal 2011. Il lingotto alla fine del 2015 aveva perso quota nonostante le turbolenze finanziarie, rimettendo in discussione il suo ruolo tradizionale di bene rifugio: a novembre aveva toccato il minimo dal 2010, a 1.064,95 dollari l’oncia, un abisso rispetto al picco di 1.920 del 2011.

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