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Primo maggio 2016: Mattarella, un Paese che esclude i giovani si condanna da solo. Dai sindacati a Genova stoccate a Governo e confindustria

Il corteo per la festa nazionale del lavoro con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Genova, 1 maggio 2016. ANSA/ PAOLO RUBINO
Il corteo per la festa nazionale del lavoro con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil

ROMA – Nel dibattito del Primo Maggio pesano le Parole del Capo dello Stato. Sergio Mattarella parla dell’occupazione: una crescita moderata, non possiamo accontentarci di numeri ancora limitati. E avverte: «Un Paese che non riesce ad includere i giovani è un Paese fermo. Un Paese che esclude i giovani, o lì inserisce nel mondo del lavoro in modo precario, si condanna da solo».

SINDACATI – Intanto, dalla manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil, in corteo poi in piazza per i comizi a Genova, sono dure le stoccate al Governo (ma anche a Confindustria). «Da questo palco diamo appuntamento per le lotte che faremo successivamente: non pensi il Governo che ci rassegniamo», avverta la leader della Cgil, Susanna Camusso, che è netta in particolare contro il premier Matteo Renzi, a cui ricorda che ad aver creato più precarietà sono norme varate da «quelle stesse maggioranze che oggi garantiscono questo Governo. Già nei giorni scorsi aveva bollato come stucchevoli i commenti sull’occupazione, perché la crescita è minima: Non è cambiato nulla di strutturale».

RENZI – Il premier ribatte: «Se Camusso è stanca di commentare Renzi, Renzi è stanco di commentare Camusso. Il primo pensiero per il primo maggio è per chi il lavoro non ce l’ha, dice poi il premier: Da quando siamo al Governo ci sono 398 mila posti di lavoro in più, di cui 354 a tempo indeterminato. E ci sono 373 mila disoccupati in meno. Merito del jobs act, certo. Ma non ci accontentiamo perché c’è ancora molto da fare, aggiunge sottolineando di aver voluto festeggiare il primo maggio accogliendo gli operai del Sulcis che attendono la ripartenza completa di Eurallumina e chiedendo ai dirigenti pubblici di sacrificare questo giorno festivo per approvare progetti concreti, un segnale di speranza per chi non ha un lavoro».

TENSIONI – Non è mancata qualche tensione alle iniziative del Primo Maggio: a Torino, per gli scontri tra le forze dell’ordine ed un gruppo di antagonisti; a Milano tra sindacalisti dell’Usb e gli addetti alla sicurezza di un negozio Zara: i sindacati base avevano inscenato uno “spogliarello dei diritti” contro l’apertura dei negozi il giorno della la Festa del Lavoro.

GENOVA – I leader di Cgil, Cisl e Uil parlano in piazza a Genova: tre i temi chiave: contrattazione, occupazione, pensioni; ed il clima sottolinea la forza di una compattezza rilanciata dalle piattaforme unitarie sulle riforme di pensioni e contratti. «Per la paura di veder perdere il lavoro siamo arretrati nei diritti, ora dobbiamo riprendere le nostre bandiere in mano, quelle unitarie», dice Susanna Camusso. Per la Uil Annamaria Furlan manda al Governo “un messaggio molto chiaro: si occupi del lavoro, vogliamo una Italia diversa, servono grandi riforme; e su contratti e pensioni: Non ci interessano le buste arancioni vogliamo le busta paga. E vogliamo un Paese dove i lavoratori anziani possano lasciare il posto ai giovani: così si crea speranza». I sindacati puntano sempre più ««a unificare le lotte e a renderle più incisive – incalza il segretario Uil, Carmelo Barbagallo- Siamo un sindacato di proposta, ma se non c’è risposta c’è solo la protesta. Ho cercato il dialogo con il ministro Poletti: siamo disposti a discutere anche in piedi, mai in ginocchio; intanto il Paese è ancora fermo in stazione, rischia di finire su un binario morto».

CONFINDUSTRIA – Dure le critiche a Confindustria, innescate anche dalle parole del presidente uscente Giorgio Squinzi in una intervista: «Noi conservativi? Se dicono che essere conservativi è tutelare i diritti del lavoro allora è vero; mentre la modernità degli industriali ha un sapore antico, quello di quando lo sfruttamento era l’unica modalità del lavoro», dice Camusso.

1 maggio, confindustria, Governo, Lavoro, sindacati


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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