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Omicidio Ashley, il padre al processo: «Era felice il pomeriggio prima di morire»

Da sinistra, il senegalese accusato di  omicidio e la vittima, Ashley Olsen
Da sinistra, il senegalese accusato di omicidio e la vittima, Ashley Olsen

FIRENZE – Un velo di commozione, comprensibile, forse il tentativo di trattenere le lacrime, poi il professor Walter Olsen, il padre di Ashley, al processo contro Cheik Diaw ha detto:  «Non avevo mai visto mia figlia così felice, serena. Non era per nulla turbata. Mentre ero con lei contattava col telefonino il fidanzato, credo che non le rispondesse, avevano litigato, si erano lasciati. Intanto lei metteva in ordine la casa, la vedevo serena».

Walter Olsen davanti a giudici e giuria popolare ha ricostruito la giornata del 7 gennaio, l’ultima volta in cui ha visto Ashley, trovata strangolata il 9 gennaio 2016 nella sua casa di Firenze. «Rimasi con mia figlia fino alle 14 – ha ricordato il docente americano – Poi l”8 gennaio, verso le 13.30, sono transitato di lì in bicicletta, ho suonato il campanello ma Ashley non mi rispose. Dovevo fare delle
commissioni e proseguii, ho pensato che fosse fuori, non mi sono preoccupato».

In realtà a quell”ora Ashley era già morta, e solo il giorno dopo ne verrà scoperto il cadavere dal fidanzato che, preoccupato di non sentirla dal litigio, andò a controllare. Alla domanda – di pm e difese -, se risultassero al padre scontri fisici con il fidanzato nelle loro liti, il professor Olsen ha detto: «Mia figlia mi disse che discutevano, ma che non c’era mai stata violenza da parte del fidanzato». I familiari di Ashley Olsen sono parte civile nel processo. Prossima udienza il 4 ottobre.

Ashley Olsen, Cheik Diaw, omicidio, processo

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