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Immigrazione: Mattarella raccomanda ai prefetti di gestire l’emergenza ascoltando popolazioni e sindaci

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ROMA – Il Presidente Sergio Mattarella ha incontrato al Quirinale i prefetti della repubblica, lì accompagnati dal ministro dell’interno Angelino Alfano e dai suoi sottosegretari e ha rivolto loro un alto discorso incentrato soprattutto sui temi dell’immigrazione, che attualmente costituisce la funzione più delicata e difficile, ma non l’unica, affidata ai rappresentanti dello stato sul territorio. Ecco i passi più significativi del discorso di Mattarella:

FIGURA – La figura che impersonate ha contribuito, nei due secoli di storia, a rafforzare il senso di unità del Paese e la percezione di un bene comune, di un comune destino del nostro popolo, che poggia le sue basi anche sulla coerenza dell’amministrazione e sull’uniforme applicazione delle norme, premesse indispensabili dell’uguaglianza dei diritti.

FUNZIONI – Negli ultimi anni il vostro ruolo e le vostre funzioni, arricchite dall’ampio contributo femminile, hanno subìto cambiamenti, anche profondi, allargando il raggio d’azione degli interventi e incrementando le responsabilità istituzionali e sociali: e quella cultura dell’unità, consolidata nel Corpo prefettizio, costituisce una risorsa preziosa per affrontare le nuove domande e le nuove emergenze, con spirito di servizio verso la Repubblica. La vostra funzione di canale della sensibilità civile, di agente del dialogo istituzionale e sociale, impone dunque un ruolo attivo, propositivo, a volte persuasivo, sempre aperto e sempre rigorosamente diretto ad affermare i principi di legalità.

IMMIGRAZIONE – Lo state sperimentando nella gestione impegnativa, e spesso faticosa, dell’emergenza causata da flussi migratori di inedita portata e da un crescente numero di persone che presentano domanda di asilo. Per affrontare queste emergenze avvertiamo che sarebbe oggi necessaria un’Europa più matura. Un’Europa più unita, più ambiziosa, più capace di esercitare un ruolo equilibratore in un mondo che affronta sfide esigenti e, per questo, in grado di garantire meglio la sicurezza ai propri cittadini. Il lavoro di voi prefetti è stato, è, e sarà ancora decisivo. Sono in gioco diritti fondamentali della persona umana, sono in gioco stati d’animo della nostra gente. Bisogna averne rispetto, e intendere anche le ragioni della diffidenza che, talvolta, prende forma nelle città, nei quartieri, nei borghi. Anche per questo, nello svolgimento dei compiti che vi sono assegnati e nella costruzione continua di un clima di collaborazione tra i vari livelli di governo, è necessario che sulla gestione dell’emergenza di migranti e di profughi vengano consultati, coinvolti, responsabilizzati sindaci e popolazioni.

SINDACI – Nella relazione positiva tra prefetto, sindaci e Comuni c’è una chiave di volta di quel funzionamento delle istituzioni, che può rendere molto al cittadino in termini di vivibilità, di coesione, di partecipazione, di vicinanza alle responsabilità pubbliche. Non è facile indurre a vincere paure istintive, ma è possibile trarre anche da circostanze difficili occasioni di consapevole e condivisa responsabilità.

STILE – La Repubblica vi chiede di contribuire a una costruzione migliore, sulla base di quei principi di disciplina, di onore, di legalità, di collaborazione leale che sono nel dna del Corpo prefettizio e che possono anche essere esempio nel Paese. Si tratta di uno stile di comportamento che si è dimostrato particolarmente prezioso nei diversi casi in cui funzionari delle Prefetture, a garanzia della funzionalità delle amministrazioni locali, sono chiamate alla responsabilità della gestione commissariale dei Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, oppure per il verificarsi delle altre ipotesi di scioglimento previste dall’ordinamento. Si tratta di compiti delicati, che non limitano certo i poteri democratici dei cittadini ma forniscono quel supporto, a volte indispensabile, per ristabilire la cornice di legalità e l’ordinato funzionamento.

LEGALITÀ – La legalità è una frontiera decisiva, sulla quale si misura la credibilità dell’intero nostro sistema. Non sono consentiti sottovalutazioni e ripiegamenti. Nel mercato globale, la presenza di infiltrazioni criminali, o di aree di illegalità, o la rassegnazione verso fenomeni di corruzione recano un danno enorme non soltanto al prestigio delle istituzioni, ma alle stesse potenzialità di sviluppo. L’illegalità e la corruzione impoveriscono il Paese, l’intero Paese. L’azione dei prefetti, in raccordo con l’Autorità nazionale Anticorruzione, è essenziale per dare il segno di quel primato della legalità, che costituisce la speranza dei tantissimi cittadini onesti ed è la condizione stessa affinché possa aprirsi un futuro di autentica crescita per i nostri figli.

CONCLUSIONE – Aver cura della Repubblica è una responsabilità e un dovere di ciascuno. Lo è ancor più per chi ha l’onore e il privilegio di servire il Paese da un ruolo, importante e spesso decisivo, di responsabilità pubblica, quale quello dei Prefetti, corpo qualificato dello Stato, ambito, e riserva di alte capacità professionali, cui le istituzioni affidano compiti di primaria importanza. Sono certo che anche questo incontro possa testimoniare la stima degli italiani per la vostra azione quotidiana e possa aiutarci a rispondere alle attese che la popolazione, soprattutto quanti hanno più bisogno, ripongono sulle istituzioni democratiche.

ALFANO – In precedenza era intervenuto il ministro Angelino Alfano, il quale ha affermato che «il prefetto dopo aver rappresentato il cardine dell”unificazione amministrativa costituisce oggi la sicura chiave del disegno di riorganizzazione dello Stato sul territorio anche in ordine al suo ruolo di coesione che è al tempo stesso sociale ma anche istituzionale al servizio di collettività locali e dell”intera nazione».

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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