«Abbiamo alzato la voce con il Governo: nessuna Provincia è in condizione di fare un bilancio, nessuna è a norma per l’esercizio provvisorio a dodici mesi. Tutto questo si ripercuote sui servizi. E’ una situazione di paralisi. Senza soluzioni siamo pronti a gesti eclatanti». Lo ha detto il presidente dell’Upi, Achille variati, al termine della Conferenza Unificata.
«Il Governo ci dica con chiarezza se intende o meno emanare un decreto legge per risolvere la drammatica situazione di stallo e di emergenza che ormai riguarda tutte le Province e le Città metropolitane. Abbiamo i bilanci bloccati, non sappiamo più come garantire i servizi e assicurare la sicurezza dei nostri cittadini». Il Presidente ha poi annunciato una Assemblea dei Presidenti di Provincia per giovedì 16 febbraio a Roma «A cui – ha detto – spero davvero vorranno prendere parte anche i Sindaci delle Città metropolitane». E ha minacciato manifestazioni eclatanti.
Proteste confermate anche dal sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, che ha posto l’accento sulle difficoltà delle città metropolitane: «Sulle Città metropolitane delle regioni a statuto ordinario restano difficoltà da approfondire, soprattutto per quanto riguarda le funzioni che in molti casi Regioni e ministeri hanno lasciato in capo alle Città. Questo significa avere in capo funzioni da gestire pur non avendo le risorse per farlo”. Anche di questo si discuterà nella Conferenza Unificata straordinaria della prossima settimana, nel frattempo Anci, ha riferito Decaro, ha consegnato al governo un documento completo sulla situazione complessiva delle funzioni ancora in carico alle Città metropolitane.
Le riforme incompiute e inutili, anzi controproducenti, del sistema di governo locale, programmate e in parte attuate dal Governo Renzi e dai due governi precedenti, nominati da Re Giorgio Napolitano, continuano a produrre effetti negativi per l’erogazione di servizi pubblici ai cittadini, sempre più scarsi e carenti, e la spesa pubblica, sempre più in crescita. Proprio un bel capolavoro, grazie Monti, Letta, Renzi e Re Giorgio.