ROMA – Sempre meno assunzioni stabili e crescita dei licenziamenti. E’ questo il quadro che si presenta a due anni dall’entrata in vigore del Jobs Act. Gli ultimi dati dell’Inps rilevano infatti un forte calo dei contratti a tempo indeterminato nei due mesi gennaio-febbraio pari al 12,5% a quota 199.215 e una contemporanea esplosione dei licenziamenti (+30%) a quota 5.347. Quanto ai licenziamenti, il paragone con il 2016 evidenzia una crescita di quasi il 65%.
Se ai contratti stabili si aggiungono anche le trasformazioni di rapporti a termine (46.332) e gli apprendisti (13.405), il totale dei contratti a tempo indeterminato attivati arriva a 258.952. Per contro le cessazioni di contratti stabili sono state 240.368. Il saldo resta dunque positivo (+18.584), ma in netto rallentamento rispetto al biennio precedente. Nello stesso periodo, il settore privato registra un saldo tra assunzioni e cessazioni pari a +211 mila, superiore a quello del corrispondente periodo del 2016 (+182 mila) e inferiore a quello osservato nel 2015 (+244 mila). E’ sempre boom per i voucher nonostante la recente abolizione di questo strumento: nell’ultimo mese di vendita dei buoni lavoro ne sono stati domandati 10,5 milioni circa.
Il Codacon ha certiificato che le busta paga e pensioni hanno perso dal 2010 il 60% del loro potere d’acquisto riducendo automaticamente gli ordinativi alle imprese.
Senza ordinativi le imprese non assumono neppure gratis!
Non resta che introdurre poltiche redistributive attuando l’articolo 53 della Costituzione.
Tale redistribuzione è legata agli investimenti di 30 milioni di buste paga e pensioni!