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Firenze: al Teatro Goldoni l’«Histoire du Soldat» di Igor Stravinsky

Un momento delle prove di «Histoire du soldat»

FIRENZE – Al Teatro Goldoni per l’80° Maggio Musicale Fiorentino, da mercoledì 24 a lunedì 29 maggio va in scena l’«Histoire du Soldat», uno spettacolo che nasce dall’omonima composizione di Igor Stravinsky su libretto di Charles-Ferdinand Ramuz. Di nuovo c’è una drammaturgia che precede e segue l’opera originale nella quale la recitazione e la proiezione del suono (curata da Andrea Baggio) si mescolano e si relazionano all’opera di Stravinsky.

Il tema si inscrive nel percorso delle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale e nel centenario (2018) dell’opera di Stravinky, che il Maggio anticipa con questa nuova produzione.

Definita «folle iniziativa» dallo stesso autore, l’«Histoire du Soldat» nacque come intreccio teatrale con pochi strumenti e personaggi, senza canto, con una narrazione senza scena, e venne composta negli ultimi giorni della prima guerra mondiale. Il soggetto trae spunto da due fiabe russe («Il soldato disertore e il diavolo» e «Un soldato libera la principessa») che ricordano il mito di Faust. La storia raccontata è quella di un soldato, Joseph, che stringe un patto con il diavolo, cui cede il suo violino. Credendo di tornare a casa, Joseph si accorge di essere stato trasportato nel futuro, dove scopre che la sua ragazza si è sposata e ha un figlio con un altro. Le ricchezze che ha ottenuto, inutili, torneranno al diavolo che, anche se sconfitto, si prenderà la sua rivincita. Sarà una partita a carte a cambiare il corso della storia: il soldato riuscirà a far ubriacare il diavolo sopraffacendolo.

Stravinskij scelse la storia dalla raccolta di fiabe primitive di Alexander Afanas’ev, donde aveva attinto anche la materia per «L’uccello di fuoco» e «Petruška». Ramuz lo trascrisse in versi francesi in rima, eliminando l’originale contesto russo in favore di un’ambientazione universale con riferimenti alla Svizzera contemporanea. Ramuz, inoltre, alterò significativamente la trama ed aggiunse, in maniera abbastanza didattica, tocchi di morale calvinista, il che è in parte in contrasto con il mondo sonoro e l’immaginazione di Stravinskij fino a quel momento della sua carriera. La rilettura di Alessandro Talevi proietta il “soldato universale”, di Stravinskij e l’invenzione di Ramuz negli anni della Grande Guerra, che stava finendo all’epoca della composizione (scaturita d’altronde dalle necessità economiche che all’epoca assillavano pressoché tutti).

Stravinskij si fonde con il personaggio del Narratore e rivede sé stesso nel Soldato quando riflette sui suoi passati errori e sulle difficoltà del presente: il Soldato è un disertore dalla coscrizione forzata; Stravinskij è un disertore involontario dalla sua patria. Entrambi lontani dal far ritorno alla terra natia, ostacolati dagli inganni del Diavolo – che in questa nostra produzione è presentato come qualsiasi persona o cosa sia sentito come nemico dal Narratore: talvolta come la Guerra; altre volte come la Morte, che priva Stravinskij della famiglia, degli amici e minaccia la vita di sua moglie, e altre volte ancora come la Lussuria, il bisogno sessuale di cercare altri amanti. Il Diavolo si “tramuta” in Sergej Diaghilev, manipolatore, seduttore, capriccioso, e anche in Vladimir Lenin, il cui partito bolscevico Stravinskij detestava e considerava la morte della Russia.

Come spiega il regista, «l’aspetto autobiografico ci permette una riflessione sull’esilio, la diserzione, la nostalgia e l’essere senza radici, sia relativamente alla vita di Stravinskij che alla trama de L’histoire. Viene enfatizzato il bisogno universale dell’artista di dare espressione alla creatività di fronte all’insicurezza, alla sofferenza e alla terribile catastrofe umana. L’esperienza multi-nazionale e multi-linguistica di Stravinskij offre importanti stimoli e si traduce in un lavoro che utilizza le lingue dei principali Paesi che prendono parte alla Prima Guerra Mondiale: Inghilterra, Francia, Germania, Russia e Italia. L’histoire du soldat, una composizione che combina gli elementi espressivi di musica, recitazione, narrazione e danza, è ampliata nelle sue sezioni in prosa da un disegno sonoro che riempie i vari scarti narrativi e contribuisce a trasportarci all’interno del mondo immaginario e dei ricordi nostalgici del compositore. L’atmosfera ed il realismo dell’originale racconto popolare russo sono richiamati in tutta la produzione e segnano un punto di partenza dove la tensione tra l’immaginazione di Stravinskij e quella del suo poeta è in forte rilievo e fornisce impeto drammatico al lavoro».

«L’Histoire du soldat». Storia da leggere, recitare e danzare in 2 parti. Musica di Igor’ Stravinskij. Libretto di Charles-Ferdinand Ramuz. Prima rappresentazione: 28 settembre 1918 Teatro Municipale di Losanna. Nuova creazione ispirata all’omonima opera da camera di Igor’ Stravinskij. Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Alpesh Chauhan. Regia: Alessandro Talevi, drammaturgia: Kara McKechnie, scene e costumi: Madeleine Boyd, luci: Marco Faustini, videoproiezioni: Apparati Effimeri, Sound designer: Andrea Baggio, movimenti coreografici: Anna Maria Bruzzese.

Soldato: Martin Bassindale, Diavolo: Alex Blake, Narratore: Benjamin Victor, Principessa: Chiara Mogini
Teatro Goldoni (via Santa Maria, 15; Firenze)
Mercoledì 24, sabato 27 e lunedì 29 maggio ore 20; Domenica 28 maggio, ore 15.30
Biglietti da 20 a 60 euro anche online (già esaurita la prima; posti disponibili per le repliche)

80° Maggio Musicale Fiorentino, Firenze, Musica, Teatro Goldoni

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