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Migranti: da Merkel e Macron altro sonoro schiaffo all’Italia, nessun aiuto

Dopo il pratico fallimento dei vertici europei in tema di accoglienza di migranti, vista l’impossibilità dell’Europa di far valere un pur minimo programma e decisioni condivise che ripartiscano il peso dell’accoglienza, l’incontro italo – franco -tedesco in programma oggi a Trieste poteva essere risolutivo per una sterzata della situazione, veramente incredibile.

Ma l’attesa è stata vana, come era prevedibile. L’incontro è durato poco meno di un’ora ed è stato più che altro un bilaterale, con Gentiloni e Merkel impegnati in mezz’ora di colloqui in attesa dell’arrivo di Macron, che ha partecipato per meno di dieci minuti.

Al termine dei colloqui, inaugurando la seconda parte del summit sui Balcani, Gentiloni ha ribadito la necessità di avere «un’Unione europea più coesa e più forte, come garanzia di stabilità e pace: occorre lavorare per una politica migratoria comune. L’Italia – ha aggiunto – continuerà a fare la sua parte su soccorso e accoglienza ma allo stesso tempo si batte perché la politica migratoria non sia affidata solo ad alcuni Paesi».  Ancora una volta Angela Merkel ha elogiato l’Italia «per aver fatto cose fantastiche con i migranti. Siamo solidali con gli italiani». La cancelliera tedesca punta l’attenzione sulla necessità di stabilizzare la situa in Libia «per un trattamento più degno delle persone e contro i trafficanti di esseri umani».  Nel lungo intervento conclusivo Macron ha accennato alla solidarietà all’Italia e ha ammesso che la Francia «non ha sempre fatto la sua parte, ma che sta accelerando i processi per il diritto d’asilo e l’accoglienza». Come ha anticipato questa mattina il primo ministro Edouard Philippe a Parigi, anche il presidente francese ha ribadito: «Non possiamo accogliere chi vuole venire in Italia per motivi economici, non hanno gli stessi diritti di chi fugge dalla guerra». Dunque, con solidarietà e cortesia, i due principali partner europei hanno lodato l’Italia ma hanno confermato, ci dispiace, ma non possiamo (e non  vogliamo) far niente per venirvi incontro.

FRONTEX – Agli zoppi grucciate, altra notizia negativa sul fronte europeo. Sembrava che segnali positivi fossero venuti dall’incontro di Frontex con una delegazione italiana, che aveva chiesto di fare sbarcare le navi dell’operazione Triton anche in altri porti europei. Invece il direttore Fabrice Leggeri dichiara:«ho sentito una richiesta italiana ma non ho sentito Stati membri disponibili. È una questione complessa – ha aggiunto -, prima di tutto per ragioni politiche. Non spetta a Frontex risolvere questioni politiche».  «Ci sono anche questioni operative e giuridiche di cui Frontex deve tener conto – ha proseguito Leggeri al termine dell’audizione al Parlamento europeo -. Non è solo una questione tra Italia e Frontex, per essere adottato il piano operativo deve vedere d’accordo tutti gli Stati partecipanti». Il gruppo per migliorare il mandato dell’operazione Triton, «che lavorerà con le autorità italiane e gli esperti di Frontex – ha aggiunto ancora Leggeri – si riunirà immediatamente, questa estate. L’obiettivo è potere condividere per settembre un progetto con gli Stati membri dell’Ue e di Schengen che partecipano alla missione Triton».

Dunque è chiaro che, a questo punto, l’Europa e i principali paesi dell’unione non vogliono aiutare l’Italia, troppo comodo scaricare il peso dell’accoglienza solo su di noi. Ma ormai siamo alle strette, il Paese è sull’orlo del collasso e della guerra fra poveri, non possiamo certo continuare nell’accoglienza indiscriminata predicata dalla presidenta Boldrini e da Papa Francesco. Ne va della tenuta del nostro assetto economico e sociale. Per parafrasare una frase di Padre Dante, adattata alle stolide affermazioni dei professionisti dell’accoglienza: «Ahi serva Italia di migranti ostello, le navi delle Ong sbarcan risorse, non donna di province, ma bordello!» Al di là delle dotte citazioni è comunque urgente che l’Italia e il governo, con l’aiuto di tutte le forze economiche, politiche e sociali, e anche con l’intervento della Chiesa, si attivino immediatamente per fermare l’invasione, non possiamo certo accogliere tutta l’Africa, visto che l’Organizzazione internazionale delle migrazioni prevede l’arrivo di altri 9 milioni nei prossimi tempi.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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