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Pensione: Ape sociale e Ape anticipata, l’Inps esamina domande, risposte entro il 15 ottobre

ROMA – L’INPS sta esaminando le domande di accesso all’APe sociale e alla pensione anticipata precoci presentate entro il termine dello scorso 15 luglio, in modo da inviare tutte le risposte entro il 15 ottobre, mentre si attendono nelle prossime settimane le ultime disposizioni attuative sull’anticipo pensionistico, relative all’APe volontaria e all’APe aziendale.

APe sociale e precoci, risorse a rischio
Per quanto riguarda APe sociale e pensione precoci, c’è il rischio che le risorse previste dalla manovra 2017 non siano sufficienti a coprire tutte le richieste (oltre 66mila). Il criterio di priorità previsto dalla legge è il seguente: precedenza a chi matura prima il diritto alla pensione di vecchiaia, e a parità di requisito la data di presentazione della domanda. Nel caso in cui i fondi 2017 non fossero sufficienti, per le domande in eccesso la concessione del beneficio previdenziale slitterà al 2018. Se viceversa le domande presentate entro il 15 luglio non esauriranno le risorse disponibili, l’INPS potrà accogliere anche eventuali richieste successive al 15 luglio, presentate però entro il prossimo 30 novembre.

APe sociale, cessazione e incompatibilità
Il decreto sull’APe volontaria, invece, è previsto nel giro di poche settimane: nello scorso mese di luglio la bozza del provvedimento è stata presentata al Consiglio di Stato, che ha fornito il necessario via libera, formulando una serie di osservazioni in parte recepite dal Governo.

APe volontaria da settembre
L’esecutivo sembra intenzionato a recepire il parere della giustizia amministrativa sulla retroattività della norma a richiesta dell’interessato: la legge prevedeva che l’anticipo pensionistico partisse dallo scorso primo maggio, ma i decreti sono arrivati tutti in ritardo. Nel caso di Ape sociale e pensione anticipata precoci, è stata prevista la retroattività per coloro che avevano già maturato il requisito dal maggio scorso, mentre per l’Ape volontaria il Consiglio di Stato ha proposto di far scattare la retroattività solo su richiesta dell’interessato.

Ricordiamo che l’APe volontaria, contrariamente alle altre due forme di pensione anticipata su cui ci sono già i decreti, non è un trattamento a carico dello stato ma un anticipo sulla pensione, che poi verrà restituito dal lavoratore nel momento in cui percepirà il trattamento previdenziale vero e proprio, con rate ventennali. Il trattamento viene erogato dall’INPS, ma è finanziato dal sistema bancario.

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