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Migranti: bloccata la rotta libica ora il pericolo arriva, per l’Italia, dalla Turchia

Abbiamo più volte rilevato come gli arrivi moltiplicati a dismisura sulle nostre coste fossero dovuti anche al blocco quasi totale della rotta balcanica, scaturito dagli accordi Ue – Turchia.  Accordi che finiscono per avere un ritorno negativo per l’Italia perché sembra proprio che la Turchia, pur blindando gli accessi verso la Grecia, lasci ampi spazi di partenze verso il reato del mediterraneo e quindi verso malta e l’Italia.

In un interessante articolo sul Sole 24Ore Marco Ludovico, che cura per il giornale le questioni di competenza del Ministero dell’interno, ci informa che in un rapporto riservato di due settimane fa l’agenzia europea Frontex abbia rilevato che laTurchia è al secondo posto (dopo la Libia) per le partenze di migranti verso l’Italia.

La stima degli arrivi in Italia dalle coste turche per Frontex è di 2.742 migranti con un incremento del 193%» rispetto ai 936 sbarchi dello stesso periodo (gennaio-agosto) dell’anno scorso.

Secondo le statistiche del ministero dell’Interno di metà settembre siamo già a quota 3.097 migranti arrivati. Cifre ridotte, certo, davanti al totale di 1o2.942 sbarchi nel 2o17, ma non è ancora un calo strutturale ha ammesso ieri Minniti al question time alla Camera.

L’allerta sui viaggi dalle coste turche, tuttavia, è accesa da un pezzo. La questione è seguita dalla direzione centrale Polizia delle Frontiere e immigrazione del dipartimento di Ps. Mario Giro, viceministro al dicastero degli Affari esteri. Poi, osserva però che : «Per la Turchia in ogni caso possiamo dire che l’accordo con l’Europa tiene. Con una presenza di tre milioni e 3oomila rifugiati, del resto, è inevitabile che ci siano delle fuoriuscite».

Il flusso per l’Italia era già ripreso dall’aprile 2o16. Non sono gommoni, come quelli in partenza dalle spiagge libiche, ma velieri e yacht di una dozzina di metri. Salpano dalle c oste sud occidentali della Turchia (porti di Marmaris, Bodrum, Antalya, Mersin, Izmir). A volte i migranti utilizzano invece i collegamenti di linee navali dove si nascondono a bordo di mezzi pesanti o container. Destinazione finale, il porto di Trieste. «Dobbiamo considerarlo un fenomeno quasi inevitabile: il lavoro svolto dall’Italia finora nel governo dell’immigrazione è stato enorme. Ma il tappo ai flussi non può tenere al 1oo%» sottolinea Giro. Dall’inizio dell’anno ci sono stati 49 sbarchi dalla Turchia con approdi in Sicilia, Puglia e Calabria 1171 immigrati iracheni, 88o pachistani, 383 iraniani, 227 somali. I facilitatori dei viaggi sono russi e ucraini. Per limitare gli arrivi è urgente stringere sugli accordi, che prevedono investimenti e rimpatri assistiti, con gli stati di partenza. Senegal, intesa ormai in arrivo, Guinea e Costa D’Avorio. E’ la strada maestra che dobbiamo percorrere per ora in solitudine, in attesa che una buona volta si svegli anche l’Europa, ancora ferma nonostante la proclamazione di tanti buoni propositi.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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