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Toscana, concessioni demanio idrico: dopo la legge arriverà la stangata (aliquota del 50% in più sui canoni)

I retoni di Marina di Pisa, alla foce dell’Arno

Un sospiro di sollievo di due anni, con la sospensione dell’addizionale regionale sul canone concessionale per l’utilizzo del demanio idrico e l’occupazione delle acque fino a tutto il 2018, poi, dal 2019, la riattivazione del tributo con aliquota 50% su canoni che però sono già aumentati. E’ sostanzialmente una rincorsa verso la stangata, ed è però anche la sola certezza in un articolato di desolante incertezza sul settore.

La faccenda è complicata. Le concessioni di demanio idrico riguardano un ampio ventaglio di attività che vanno dall’utilizzo delle acque ad esempio per scopi irrigui o agricoli alla tenuta di capanni da pesca, ad esempio, o attraversamento di corsi d’acqua con condotte… di tutto e di più. Con particolarità come quelle dell’area di Golena d’Arno, nel Pisano, interessata dalle postazioni di rimessaggio. Un arcipelago vasto e vario su cui, all’indomani del trasferimento delle titolarità tributarie dalle Province alla Regione, quest’ultima ha deciso uno stop al pagamento dell’imposta regionale sui canoni in attesa di uniformarli su tutto il territorio. Buona idea, di principio. L’applicazione però lascia a desiderare. Vi sono certezze solo in senso negativo per gli utenti. Intanto  si rimanda al 2019 il rilascio delle concessioni ma nulla si specifica circa la durata che avrà il titolo. Contestualmente, sempre nel 2019, tornerà in vigore l’addizionale regionale sul canone, già aumentato vigorosamente, ma con un’aliquota al 50% su tutte le posizioni. Inoltre, se mancheranno i requisiti idraulici per il rilascio della concessione si prevede che l’occupante liberi immediatamente l’area ma come si potrà evitarlo se non è menzionato alcun procedimento normativo di riordino delle varie situazioni?

Anche per questo punto specifico Pisa sarebbe afflitta dal maggiore (e peggiore) impatto. Il Comune di Pisa sta elaborando un Regolamento per la Navigabilità il cui obiettivo è proprio quello di mitigare i vincoli idraulici per le strutture pertinenti l’attività che abbiano dimostrata storicità. Si rischia il pandemonio di un combinato poco combinabile, dato che il nodo del riassetto dell’area golenale del fiume Arno non è mai stato sciolto.

demanio idrico, province, regione, Toscana


Stefano Mugnai

Vice presidente vicario gruppo Coraggio Italia alla Camera

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