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Foreign fighters: allarme dalla Tunisia, a centinaia potrebbero sbarcare in Italia

Mentre l’Italia cerca, con successo, di creare accordi anche con la Tunisia per frenare quella nuova rotta d’ingressi attraverso il mar Mediterraneo, da quel Paese è giunto un allarme subito raccolto dai nostri servizi: dalle coste che hanno dato il maggior contributo procapite alla battaglia jihadista sono partite alcune centinaia di persone dirette verso le coste italiane, e alcune decine sarebbero integralisti almeno potenzialmente pericolosi.
A conferma di questa tesi uno dei nomi segnalati, Abdelhak Ben Makhlouf Aouini, è stato rintracciato a Milano, colpito da decreto di espulsione e rimpatriato con un aereo diretto a Tunisi.
Questo afflusso sarebbe conseguente a un provvedimento di clemenza adottato dal presidente tunisino. In Tunisia, come in altri paesi mediorientali, rilasciare alcuni detenuti in occasione di eventi particolarmente rilevanti (Essebsi l’ha fatto in occasione dei sessant’anni della repubblica tunisina) è una pratica piuttosto comune e in questo caso i rilasciati sono stati circa 400. Alcune decine, stando alle informazioni del governo tunisino, sono integralisti islamici che dopo il rilascio si sono imbarcati in direzione Italia. L’elenco di quelli considerati pericolosi è stato condiviso con le polizie europee.
Si tratta di preoccupazioni non infondate, che hanno messo sul chi va là non solo l’Italia, paese di approdo, ma anche altri Stati europei, che sarebbero la destinazione dei fuoriusciti graziati dal presidente. Dalla Tunisia sono partiti seimila combattenti affiliati all’Isis e tunisini erano Anis Amri, l’attentatore di Berlino e Ahmed Hannachi, quello di Marsiglia.
Sono tutti elementi questi che fanno riflettere e che sono ovviamente all’esame dei nostri servizi, delle Forze dell’ordine e della magistratura. Occorre perciò controllare bene i nuovi arrivi che stanno ricominciando numerosi via mare dopo un periodo di flessione. I barconi e le ospitali navi delle Onlus, che hanno ripreso (purtroppo) a solcare il mar Mediterraneo, possono costituire un veicolo d’ingresso comodo e sotto traccia per chi vuol entrare nel nostro Paese e in Europa, senza dare nell’occhio. Non sarebbe la prima volta che questo accade, come dimostrano alcune inchieste soprattutto delle magistrature siciliana, pugliese e campana. Occhi aperti dunque, e poco ascolto ai dettami della presidenta Boldrini e di Monsignor Galantino, fautori degli ingressi indiscriminati. Cerchiamo di seguire la strada tracciata finora responsabilmente dal ministro Minniti, salvo qualche scivolone sullo ius soli, consapevoli che il fatto di essere comodo rifugio e facile transito di molti terroristi non ci può preservare all’infinito dal rischio attentati.

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Ezzelino da Montepulico


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