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Sicurezza urbana: nelle varie città, anche Firenze e Pisa, ordinanze e daspo fioccano, con risultati alterni

Il decreto Minniti che ha potenziato i poteri dei sindaci in materia di sicurezza urbana è in vigore già da qualche mese e, da una prima analisi a livello nazionale, secondo Anci,  i risultati del nuovo strumento sono abbastanza positivi. Le ordinanze che prima si muovevano in maniera estemporanea ora sono più inquadrate nell’ambito delle nuove regole fissate.

E’ quanto afferma il presidente dell’Anci Antonio Decaro commentando la prima ricognizione sulle ordinanze  emanate dei Comuni dopo la legge Minniti sulla sicurezza urbana. Utile anche il Daspo urbano: «Lo vedo anche rispetto alla mia città – ha osservato il presidente di Anci e sindaco di Bari – I soggetti a Daspo, come ad esempio i parcheggiatori abusivi, non si riavvicinano più alle zone interessate. Noi avevamo chiesto che il Daspo urbano fosse uguale a quello per lo stadio, in caso di reiterazione venisse prevista una sanzione penale, ma all’epoca questa previsione non è stata inserita».

Il commercio abusivo è stato al centro, a Caserta, di un’ordinanza ad hoc, mentre altre città, come Asti e Barletta, sono intervenute contro gli insediamenti abusivi di rom o senza fissa dimora vietando il campeggio con tende ma anche lo stazionamento di camper o roulotte. A Roma, oltre alle misure a tutela delle fontane di interesse storico artistico dove si vieta tra l’altro di mangiare, sedersi e anche far bere agli animali, la sindaca ha emanato la famosa
ordinanza contro i centurioni: la prima è stata bocciata dal Tar, mentre la seconda, che faceva riferimento proprio alle modifiche intervenute col decreto Minniti che ha dato più potere ai sindaci, ha passato il vaglio dei giudici amministrativi.

Ma qualche volta non sono mancate le polemiche. E’ accaduto, ad esempio, a Catanzaro dove la decisione del primo cittadino di vietare il gioco in strada è stata bollata come misura anti-bambini. Alla fine è stata ritirata. E se tra le metropoli a Napoli il sindaco Luigi de Magistris ha firmato un’ordinanza movida proprio venerdì scorso prevedendo per alcune zone la chiusura dei locali alle 3 nei weekend e misure anti-rumore, si muovono anche le città più piccole. A Legnano, che della bici è considerata la patria, dall’1 dicembre al 15 gennaio 2018 il centro sarà off limits proprio ai ciclisti. Una decisione presa per evitare incidenti nelle zone affollate per le feste natalizie, che però ha sollevato qualche protesta tra gli appassionati delle due ruote.

Spulciando le ordinanze, si scopre che Venezia ha usato la mano dura contro gli ubriachi e il fenomeno dei tour alcolici. Il sindaco ha così vietato di bere in strada per tre mesi dal venerdì alla domenica, dalle 18 alle 8 del mattino successivo. Giro di vite contro la prostituzione in molti comuni, come Catania, Caltanissetta, Frosinone e Benevento. L’amministrazione della città siciliana, guidata dal sindaco Enzo Bianco, ha dichiarato guerra al sesso a pagamento, in alcune zone della città, prevedendo multe non solo per le lucciole ma anche per i clienti che rischiano di vedersi recapitata la contravvenzione direttamente a casa.

A Benevento, invece, il sindaco all’indomani di una violenta rissa in strada, ha detto basta all’accattonaggio molesto in alcune aree della città, come parcheggi, edifici pubblici, davanti a supermercati o chiese, prevedendo sanzioni amministrative e confisca del denaro. Stop anche ai writers e al bivacco a Lecco.

TOSCANA – In Toscana a Pisa il sindaco Filippeschi  ha preso misure contro il degrado nella zona della stazione prevedendo, tra l’altro, il divieto di sedersi, sdraiarsi o dormire per terra o sulle panchine, mentre a Firenze è da tempo in funzione l’ordinanza di Nardella che colpisce i clienti delle prostitute ed è stato emanato anche un provvedimento che detta norme rigidissime sulla somministrazione degli alcolici e soprattutto una misura: d’intesa con la Regione, è vietata per tre anni l’apertura di nuovi esercizi alimentari e di ristorazione nella zona detta Unesco, per combattere il vituperato mangificio nel centro della città.

Si tratta di strumenti utili per offrire ai sindaci e alla polizia municipale occasioni d’intervento contro quella miriade di comportamenti non penalmente rilevanti, ma che disturbano la quiete e la pace sociale, che sono caratteristica del popolo della movida o ascrivibili a tutta una serie di abusivismi commerciali che pullulano nelle nostre maggiori città o, d’estate, nei luoghi di villeggiatura.

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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