Il Governo in questo modo prova a dare una risposta alla «fame» di terra che assilla i giovani che provano a cercare il loro futuro in agricoltura, evitando le scorciatoie inefficaci del job act e dei lavori temporanei. Secondo Coldiretti nei primi tre mesi del 2019 il numero delle aziende agricole guidate dai giovani è cresciuto del 9,3% ma «il 50% delle imprese agricole già esistenti condotte da giovani ha bisogno di disponibilità di terra in affitto o acquisizione», spiega Maria Letizia Gardoni presidente dei giovani della Coldiretti. In Italia il costo della terra è in media di 20 mila euro ad ettaro, un valore superiore a quello di Germania e Francia e dal punto di vista di Gardoni «incentivare la presenza dei giovani significa sostenere la competitività del Paese».
Il ministero delle Politiche agricole, infatti, tramite ISMEA, ha lanciato un nuovo bando per la messa in vendita di 8 mila ettari gestiti dalla Banca nazionale delle terre agricole pronti a essere coltivati. Si tratta del primo lotto di un’operazione di dismissioni da oltre 20 mila ettari sparsi in tutta Italia ma concentrati soprattutto in Sicilia (1700 ettari), Toscana e Basilicata (1300 ettari), Puglia (1200) e poi Sardegna, Emilia Romagna e Lazio. Si tratta soprattutto di terreni coltivati a seminativo, prati, pascoli e boschi ma ci sono anche 450 ettari di uliveti e 350 di vigneti.
La procedura prevede che fino a febbraio sia possibile presentare le manifestazioni di interesse. Poi partirà la procedura competitiva a evidenza pubblica tra coloro che hanno manifestato interesse. Il link al quale trovare informazioni: ISMEA