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Milano, Expo 2015: anche la Corte dei Conti notifica avviso preliminare al sindaco Sala

Il mito del buongoverno degli amministratori Pd, in contrapposizione con il presunto malgoverno delle sindache M5S (Raggi e Appendino) e la grande legalità vantata per le procedure dell’Expo 2015 a Milano, in prima linea Renzi, Cantone e Tronca, stanno andando in frantumi. Dopo l’inchiesta aperta contro Sala anche la Procura generale della Corte dei Conti della Lombardia ha notificato un avviso preliminare all’ex ad di Expo e sindaco di Milano, Giuseppe Sala, all’ex manager Expo Angelo Paris e ad altri per un presunto danno erariale da 2,2 milioni di euro in relazione alla fornitura degli alberi per l’Esposizione Universale. È emerso a margine dell’udienza preliminare a carico del primo cittadino milanese e di altri imputati.

A spiegare che l’altro ieri la Procura generale della Corte dei Conti lombarda ha notificato l’avviso di indagini preliminari è stato, a margine dell’udienza preliminare, lo stesso legale di Sala, l’avvocato Salvatore Scuto. Avvisi che sono stati notificati anche all’ex dg di Infrastrutture lombarde spa, Antonio Rognoni, all’ex manager di Expo Angelo Paris e alle società Metropolitane Milanesi e Ilspa.

Come ha spiegato il legale, si tratta comunque di un atto «preliminare», ossia di un avviso di inizio indagini per il presunto danno contabile, e di un atto «dovuto» anche a seguito dell’inchiesta penale sulla fornitura delle essenze arboree da parte della Procura generale di Milano. I sostituti pg, infatti, hanno contestato il reato di abuso d’ufficio, in fase di udienza preliminare, a Sala in relazione all’affidamento diretto, senza gara, alla Mantovani spa della fornitura di 6mila alberi ed arbusti per arredare il sito espositivo. Affidamento che, secondo i pg, avrebbe causato «un danno di particolare gravità» alla società che gestiva l’evento, ossia Expo 2015 spa, e che sarebbe avvenuto violando il codice degli appalti.

Per l’accusa, infatti, l’assegnazione diretta ha riconosciuto all’impresa un importo di 4,3 milioni di euro, quando «invece l’ effettivo valore» di quei lavori «era di gran lunga inferiore», tanto che il subappalto assegnato dalla Mantovani «all’Ati Zelari-Euroambiente aveva un costo inferiore a 1,7 milioni». In questo modo, Sala e Paris il 23 ottobre 2013 avrebbero procurato «intenzionalmente» alla Mantovani «l’ingiusto vantaggio patrimoniale pari alla differenza tra i due importi».

Ora i pm contabili per questa parte del capitolo del `verde´ del maxi appalto sulla Piastra dei Servizi hanno contestato a Sala e agli altri un danno erariale da 2,2 milioni di euro, ma per il legale di Sala anche il procedimento contabile dimostrerà che l’ex ad Expo non ha alcuna responsabilità, né penale né erariale.

La difesa di Sala chiede di annullare la richiesta di processo

Per la difesa di Giuseppe Sala è «nulla» la richiesta di rinvio a giudizio per il reato di abuso d’ufficio contestato al sindaco in relazione alla fornitura di 6mila alberi a Expo. Nell’udienza preliminare davanti al gup Giovanna Campanile l’avvocato Salvatore Scuto ha sollevato un’eccezione di nullità relativa alla richiesta di processo firmata dai procuratori generali Massimo Gaballo e Vincenzo Calia. Per il legale, i magistrati avrebbero potuto avocare alla Procura solo i reati che da quest’ultima erano stati archiviati e, tra questi, non figurava l’abuso d’ufficio.

In origine, l’avocazione – potere esercitato dalla Procura Generale quando ritiene che la Procura non abbia indagato a sufficienza – riguardava il reato di turbativa d’asta relativo alla fornitura del verde. Nel dicembre scorso, in base a una rilettura degli atti e senza che fosse emerso alcun fatto nuovo, la Procura Generale aveva archiviato l’accusa di turbativa “sostituendola” con quella di abuso d’ufficio. Un«operazione’ che, secondo Scuto, non avrebbe potuto fare e che avrebbe determinato la nullità della richiesta di processo. Su questa e altre eccezioni il gup si pronuncerà nella prossima udienza fissata al 22 febbraio

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