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Maltempo: allarme gelo in agricoltura (come nel 1985). Cappotti ai vitellini e torce nei vigneti

ROMA – Arriva Buran e scatta l’allarme nelle campagne, anche in Toscana. Si temono devastazioni come nel 1985, quando morirono gli olivi. Coldiretti fa sapere che sono state approntate misure di emergenza che vanno dai cappotti per i baby vitellini alle coperte per le verdure fino alle torce anti gelo per i vigneti. Nelle stalle sono state accese le lampade termiche a luce rossa, mentre l’acqua negli abbeveratoi viene scaldata fino a una temperatura di 20 gradi oppure lasciata sgocciolare per evitare il congelamento delle tubature e i rubinetti sono foderati in modo che il ghiaccio non blocchi le valvole di apertura. Inoltre il pasto degli animali è stato rinforzato per garantire una razione supplementare di energia e calorie.

A rischio anche gli impianti di irrigazione nelle serre con il congelamento dell’acqua, per questo le tubature vengono svuotate,
mentre le piantine di verdura vengono difese con un doppio strato di coperte. Negli uliveti sono state sospese le potature e protette le
ferite mentre per i vigneti – sottolinea la Coldiretti – ci si sta preparando ad accendere fuochi e torce anti gelo per creare uno scudo
di aria tiepida che protegga le piante dall’assalto del ghiaccio, in modo da rimescolare l’aria ed evitare che il freddo ristagni al suolo.
In Liguria – continua l’associazione – la maggior parte delle mimose per la festa delle donne l’8 marzo è stata già raccolta per sottrarla
alla morsa del gelo, ma si teme per i fiori ancora rimasti sui rami. Nei frutteti e negli uliveti la paura è che il ghiaccio artico
prolungato arrivi a spaccare i tronchi uccidendo gli alberi.

Quello che si teme – evidenzia la Coldiretti – è il  ripetersi di uno scenario critico come quello del 1985 quando le gelate hanno compromesso il 90 per cento degli ulivi toscani, ma danni superiori al 50 per cento si verificarono in Liguria, Emilia-Romagna,
Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Molise e Basilicata con una strage di almeno 30 milioni di piante. Una preoccupazione riguarda anche i vigneti se le temperature minime dovessero scendere per lungo tempo su valori estremamente bassi. I
danni strutturali alle piante – precisa la Coldiretti – «sono destinati a compromettere le produzioni nel tempo poiché servono anni
prima che le nuove piante messe al posto di quelle uccise dal freddo inizino a produrre”. Ma l’allarme riguarda anche gli animali con
migliaia di morti causati allora dal freddo negli allevamenti tra mucche, cavalli, pecore, conigli e polli.

Già con le temperature a lungo sotto lo zero nelle produzioni orticoledi pieno campo, con temperature sotto lo zero sono a rischio le
coltivazioni invernali come cavoli, verze, cicorie e broccoli mentre il tepore quasi primaverile delle scorse settimane ha provocato in
alcuni casi un risveglio vegetativo delle piante da frutto, dalle albicocche ai ciliegi, dalle pesche alle pere che – continua
albicocche ai ciliegi, dalle pesche alle pere che – continua l’associazione – in alcune zone sono già con le gemme gonfie
particolarmente sensibili al freddo. Peraltro l’ondata di gelo arriva dopo un mese di gennaio caldo con temperature massime di 3,3 gradi superiori alla media storica e un 2017 che si è classificato in Italia come il sesto più caldo della storia con una temperatura superiore di 1,16 gradi la media di riferimento.

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Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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