Lega: indispensabile il riordino delle Forze di Polizia, dopo il pasticcio renziano
ROMA – Il nuovo parlamento è composto da molti personaggi semisconosciuti al grande pubblico, soprattutto nei ranghi dei grillini e della lega, e ogni tanto scappa fuori qualche volto e qualche nome nuovo che, alla tv o alle agenzie o giornali, annuncia qualche novità. Soprattutto quando si tratta di temi importanti che interessano i cittadini o apparati dello Stato, l’interesse alla valutazione di notizie è accentuato, e talvolta una fonte non troppo conosciuta genera qualche sconcerto.
Stavolta buone notizie per le Forze di Polizia vengono dal senatore della Lega, Luigi Augussori, intervenuto alla seduta congiunta delle commissioni Difesa e Affari Costituzionali del Senato in merito al decreto correttivo relativo alla revisione dei ruoli delle Forze di Polizia. Un provvedimento richiesto anche da sindacati e organizzazioni rappresentative del personale del comparto sicurezza, dopo che recentemente l’unico provvedimento di rilievo, ma estremamente dannoso, è stato l’accorpamento di Corpo delle Guardie forestali nell’Arma dei carabinieri, fortemente voluto dal rottamatore.
Com’è noto c’è grande attesa per questo decreto, che riguarda Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Polizia di Stato. Il senatore afferma: «le aspettative sono sia da parte dei 400.000 addetti che da parte dei cittadini, i quali chiedono a gran voce di ridare maggiore dignità a chi si occupa della loro sicurezza, il cui rispetto deve essere manifestato non solo a parole, ma con azioni concrete. Ho segnalato al Governo che, a prescindere dai necessari correttivi tecnici che apporteremo con questo atto, si rende indispensabile un nuovo provvedimento di revisione generale di maggiore portata, che dia attuazione della volontà politica di questa maggioranza». Belle parole ma cittadini e operatori della sicurezza attendono fatti concreti e segnali che una volta tanto non si favorisce chi trasgredisce alle regole, ma chi queste regole le fa rispettare, a rischio dell’incolumità personale.
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Flavio
Si era intuito da subito che l’impianto normativo che ha dato corso al riordino delle Carriere per gli appartamenti alle Forze di Polizia e Forze Armate, attuato con i d.lgs. 94 e 95 del 2017, era carente ed soprattutto iniquo, in particolare nella parte che riguardava la metà degli ex Marescialli Aiutanti s.UPS dell’Arma dei Carabinieri e gradi/qualifiche corrispondenti degli altri corpi.
Infatti, gli appartenenti a tale categoria, benché apicali e con carriere giunte al vertice del ruolo, inspiegabilmente sono stati inquadrati in una posizione subordinata rispetto al nuovo grado/qualifica di vertice, con perdita delle corrispondenti prerogative e con l’obbligo di rifare il medesimo percorso, già faticosamente superato prima dell’entrata in vigore dello scriteriato riordino.
Questa evidente nonché grave incongruenza, che ha portato scoramento e delusione, interessando anche sottufficiali prossimi alla pensione che per ovvi motivi non riusciranno mai a indossare il nuovo grado di Luogotenente, ha oggi fatto i conti con un acerrimo “nemico” affinché potesse passare nell’oblio e protrarre nel tempo le sue conseguenze infauste.
Infatti, nella giornata di ieri, un Magistrato del T.AR. di Aosta, vagliando oggettivamente e con terzietà quanto evidenziato nel ricorso presentato da un noto legale della Capitale, ha inviato lo scritto alla Corte Costituzionale per gli evidenti profili di illegittimità di cui soffrono i sopra citati decreti legislativi. La Giustizia esiste e, se le istanze fatte per tempo non vengono ascoltate, alcune volte occorre rivolgersi ad un Giudice come ultima speranza per difendere un diritto maturato ed eventualmente leso, augurandoci che ben presto possa essere restituita la dignità a migliaia di Sottufficiali delusi e demotivati.
Sarebbe altresì auspicabile che l’amministrazione militare, tenuto conto delle gravi quanto evidenti incongruenze emerse dall’impianto normativo, oggi anche suffragate da un autorevole parere del Tar, possa correre ai ripari attraverso i previsti correttivi, ancor prima che la corte costituzionale possa certificare come un clamoroso fallimento una legge costata quasi un miliardo di euro….