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Tusk, presidente Consiglio ue: vera priorità è fermare flusso migranti. Dà ragione a Salvini

STRASBURGO – Il vero progresso nella riforma delle politiche migratorie Ue sta nel fatto che nel Consiglio Europeo oggi praticamente “tutti capiscono che la priorità è fermare i flussi di migranti irregolari, e non la loro redistribuzione”. Lo dice il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, rispondendo, durante la plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo, alle numerose critiche arrivate dagli eurodeputati per la mancanza di progressi sulle politiche migratorie in occasione del Consiglio Europeo della scorsa settimana.
«Quasi tutti – ha continuato Tusk – hanno espresso insoddisfazione per la mancanza di decisioni. Capisco la vostra insoddisfazione, perché so che la maggioranza dell”Aula è a favore di quote obbligatorie per il ricollocamento dei migranti. Malgrado quello che avete detto, il Consiglio Europeo sta costruendo una soluzione comune europea in
materia di politiche migratorie, basata tra l’altro sulla lotta ai trafficanti, sulla protezione dei confini esterni e non sulle quote obbligatorie. Ho l’impressione – ha concluso Tusk – che alcuni di voi vorrebbero un”Europa senza Stati membri e senza governi. Vi prego di non sorprendervi se non sono sulla stessa linea».

Tra i tanti interventi critici, si segnalano quelli dei parlamentari di sinistra, in particolare italiani, che vogliono riempire l’Europa di migranti nullafacenti, in vista di ottenerne in futuro i voti. La capodelegazione del Pd Patrizia Toia ha detto che «è un po’ triste per chi crede nell’Europa commentare il Consiglio di ottobre. Se si toglie Brexit, è stato il Consiglio Europeo del niente, della rinuncia ad esercitare le proprie responsabilità. Perché arrendersi così? Questo spalanca le porte ai nemici dell’Europa».

L’eurodeputata del gruppo S&D Elly Schlein ha attaccato: «Che cosa vi siete riuniti a fare? E’ spuntato persino un vertice nell’Egitto di Al Sisi, quando domani sono 33 mesi dall’uccisione di Giulio Regeni». E, aggiunge, la linea della presidenza austriaca sulla riforma del sistema di Dublino non fa altro che riproporre «la solidarietà flessibile  discussa dalla presidenza slovacca due anni fa. Intanto la Francia di Emmanuel Macron chiede di riformare Dublino e riporta di nascosto i migranti nei boschi italiani».

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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