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Reddito di cittadinanza: partirà a primavera, ma gli industriali lo bocciano

ROMA – Ancora dubbi sul reddito di cittadinanza, il cavallo di battaglia dei grillini, per il quale non sono ancora certe data d’entrata in vigore e modalità di erogazione. Il governo starebbe ancora valutando non solo la platea dei beneficiari e la procedura per effettuare i controlli sui requisiti da rispettare ma anche la data, o quantomeno il periodo di erogazione del nuovo sussidio. Stando alle ultime indiscrezioni il reddito di cittadinanza, per cui l’esecutivo ha stanziato 9 miliardi di euro più 1 miliardo per la riforma dei centri per l’impiego, dovrebbe arrivare in primavera, in particolare tra marzo e aprile. L’erogazione dei 750 euro mensili, o di un’integrazione per chi ha già qualche forma di entrata, dovrebbe essere effettuata su una card elettronica. Per ottenerla non si dovrà presentare la domanda: sarà direttamente lo Stato a individuare chi ne ha diritto, ha annunciato il viceministro all’Economia Laura Castelli. Quindi non servirà più presentare domanda e autocertificazione ai centri per l’impiego.

Ma nel frattempo la misura è bocciata dagli industriali, che la ritengono un disincentivo al lavoro e un incentivo a quello nero. In questo modo diciamo ai giovani: lavorate in nero il sabato e la domenica e in più prendete 780 euro al mese. Lo ha detto Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, dal palco della festa del Foglio a Firenze. Il punto, ha spiegato, «è che il reddito di cittadinanza è un concetto condivisibile ma – si chiede Boccia – è possibile pensare a tre proposte di lavoro prima di perderlo, quando nel Mezzogiorno se te ne arriva una è giù un miracolo? Inoltre – ha continuato – dove sta la proporzionalità tra chi prenderà 780 euro al mese per 8 ore a settimana di lavoro e chi ne prende 1.200 per 40 ore a settimana?».

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