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Parigi. altro sabato di ordinaria violenza, meno del previsto. 620 fermati, 118 i feriti

PARIGI – Il sabato più temuto, quello che ha fatto parlare di manifestanti disposti ad uccidere e di
atmosfera da golpe, è passato. Con incidenti gravi e violenza dilagante, ma circoscritta rispetto alle settimane scorse. A gridare Macron dimettiti sono stati 125.000 manifestanti in tutta la Francia, setacciati con un’operazione preventiva che ha isolato i violenti e portato a centinaia di
arresti.

Scontri, auto e cassonetti in fiamme, negozi saccheggiati: si ripete il copione a Parigi per la 4/a mobilitazione dei gilet gialli, che hanno anche bloccato per diverse ore la frontiera franco-italiana di Ventimiglia, fermando tutti i mezzi in entrata e in uscita dal territorio italiano.

Agli Champs-Elysees intanto sono 8.000 i manifestanti, che hanno saccheggiato un negozio di abbigliamento e una brasserie, lanciando poi sassi in direzione di un centro commerciale. Si sono erette le prime barricate e un cassonetto è stato incendiato. La polizia ha risposto con i gas lacrimogeni. Scontri a place de la Republique con lancio di molotov e lacrimogeni, violenze a Bordeaux – con barricate e veicoli incendiati – ma anche a Tolosa.
Non ci sono state le scene di guerra civile e di morti annunciate, come preannunciato dall’Eliseo alla vigilia, perchè sono stati emarginati, fin dall’alba, i casseur. La strategia messa in atto dal ministero dell’Interno ha fatto leva sulla prevenzione, la mobilità e l’efficacia. La prevenzione è stata attuata nelle stazioni ferroviarie, nei luoghi di arrivo dei pullman, sui punti di ritrovo dei manifestanti: identificazioni, perquisizioni e fermi, centinaia e centinaia ancora prima di cominciare. Negli zaini e nelle tasche di chi non ha potuto partecipare alle proteste c’erano maschere, mazze da baseball, biglie di ferro, addirittura bocce da gioco. Trovate anche diverse armi, fionde e bottiglie molotov.
Il piano ha tenuto bene, anche per il dispiegamento di uomini e mezzi senza precedenti: 90.000 gendarmi e poliziotti in tutta la Francia, 8.000 solo a Parigi. E’ stato messo in campo di tutto, compresi i blindati che non si vedevano in giro da anni e che sono stati usati per sgomberare i relitti di auto e arredo urbano in fiamme. A un certo punto, per mettere in fuga gruppi di giovani che assaltavano i pochi negozi aperti nel Marais, sono comparsi addirittura i gendarmi a cavallo, fra la sorpresa dei residenti.
Parigi è apparsa oggi una città morta, per uno dei weekend tradizionalmente più ghiotti per i commercianti, a ridosso delle feste di Natale. I negozi erano chiusi ovunque, anche i grandi
magazzini, i musei, i cinema e i teatri, la Tour Eiffel i giardini della città. Assenti le auto, poche le persone che si avventuravano a piedi, rarissimi i turisti, molti dei quali erano stati invitati dalle autorità del proprio paese a farsi vedere in giro il meno possibile. Proprio come i francesi,
esortati a non uscire di casa se non per necessità imperative.
In serata sono arrivate le cifre del ministro dell’Interno Christophe Castaner, che ha parlato di situazione sotto controllo già alle 19, a parte le sacche di resistenza incontrollabili a Republique o nella rue Sainte-Catherine a Bordeaux: 1385 persone controllate in tutta la Francia, 974 poste in stato di fermo, 620 solo a Parigi. I feriti sono stati 118, di cui 17 poliziotti. Nella capitale, feriti anche alcuni giornalisti, fra cui due fotografi di Le Parisien.

gilet gialli, manifestazioni, parigi


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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