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Pitti Uomo: la sfida di Firenze. Il nuovo guardaroba? British style

L’inaugurazione di Pitti Uomo numero 95 in Palazzo Vecchio

FIRENZE – Taglio del nastro ufficiale, in Palazzo Vecchio, per l’edizione numero 95 di Pitti Uomo. Fra i protagonisti dell’evento, accolti dal sindaco Dario Nardella e dalla presidente del Centro di Firenze Antonella Mansi, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, secondo cui dal sistema moda ci aspettiamo molto per intercettare mercati, ricchezze, per attrarre nel paese vendendo prodotti e servizi italiani, in vista del rallentamento dell’economia atteso per il 2019. Il sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci ha promesso una sorpresa positiva riguardo alle risorse che il governo destinerà al sostegno del settore.

NARDELLA – «Firenze Fiera ha una guida solida, il Centro di Firenze per la moda con la presidente Antonella Mansi sta lavorando molto bene. Abbiamo le persone giuste al momento giusto, nella città giusta». Lo ha detto il  sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine dell”inaugurazione di Pitti Immagine Uomo. «Stiamo facendo – ha affermato ancora il sindaco – grandi passi in avanti sia
con Firenze Fiera che con Pitti. In questi anni abbiamo rafforzato la partnership pubblico-privato. Stiamo conquistando spazi importanti in alcuni settori, per ora di nicchia, ma di grande potenzialità – ha concluso -. Penso al settore dei profumi con Pitti Fragranze, penso al settore del food con Taste che, con forza, si è affermato come uno degli appuntamenti in assoluto di maggiore interesse per la qualità del cibo del made in Italy. Penso anche a nuovi ambiti che possiamo conquistare, come quelli del made in Italy in generale ma anche delle nuove tecnologie del digitale. Una città come Firenze che è la seconda smart city in Italia dopo Milano può,
ad esempio in questo campo, sviluppare progetti nuovi».

BRITISH STYLE – Ma com’è quest’edizione di Pitti Uomo, che cosa offre e quali spunti suggerisce? Diciamo subito che il nuovo
guardaroba maschile presentato a Pitti Uomo è stato rinnovato all’insegna del British style, di un gusto classico, dalle linee pulite, dai nobili tessuti, con tanto velluto e tartan, tocchi retrò e ricerca, per maggior confort e un”eleganza da gentiluomo di campagna. Ma quanto è British il nuovo vestito maschile? E soprattutto quali griffe hanno interpretato il nuovo classico alla maniera dei sarti anglosassoni? Come primo esempio il marchio Gabriele Pasini che per i prossimi freddi punta al tipico tartan, sviluppato partendo da giacche e camicie, per arrivare a cappotti, sciarpe e cappe, proponendo un vero total look dal sapore decisamente Old England, in cui il tradizionale disegno inglese viene trasportato su flanelle semi pettinate italiane sfoderate e molto leggere. Le fantasie, partendo dai
tartan, virano verso i check, i madras e i pied de poule, sia in versione micro che macro. La palette di colori spazia dall’arancio e dagli azzurri, fino ai verdi oliva e acidi. Altro tema caro al marchio è quello del patch, di giacche e cardigan, interpretato con un legame con il vintage, ritornando a quando, anni fa, si mettevano insieme i pezzi ancora buoni degli abiti usati per dare vita a nuovi capi.

CAPOSPALLA – Il quadro Filson, che evoca territori nordici e ghiacciati come l’Alaska, viene esaltato nel capospalla, nelle giacche vestaglia e nei peacoat, completati con pelo di montone, lo stesso che veniva utilizzato dai piloti dell’aviazione. Il tartan vince anche da Manuel Ritz ma nella versione più sportiva. Luigi Bianchi Mantova interpreta i codici sartoriali in chiave contemporanea, mantenendo l’equilibrio fra calore e leggerezza nel peso, elemento cruciale per la stagione fredda. Concesso ampio spazio a capi sfoderati o decostruiti, per garantire comfort e vestibilità. Il team di stilisti dello storico brand, Made in Mantova dal 1911, ha selezionato le materie prime. I tessuti provengono dal distretto biellese, cuore della produzione delle migliori fibre tessili italiane: filati pregiati e naturali come cashmere, lana, lino, dalla mano calda e soffice hanno pesi contenuti per affrontare l”inverno con leggerezza. La palette dei colori si concentra su tre temi: la gamma dei chiari, naturali; i toni caldi della natura, dai più delicati come miele e caramello ai più decisi caffè e cioccolato; i blu notturni.

DOPPIOPETTO – Il cappotto è versatile: monopetto o doppiopetto, foderato o sfoderato, versione travel, modello trench. Lardini punta sul tema del viaggio con tre destinazioni ideali, ognuna con un colore diverso: blu per Milano, rosso degli autobus londinesi, giallo taxi per New York. L.B.M.1911 dipinge uno stile doppio: da un lato la quotidianità rustica, dall’altro la vita di città. Il risultato è una collezione che rilegge la storia del marchio, pezzi nati dalla collaborazione fra i produttori italiani di tessuti e il team creativo dell”azienda. Filo conduttore la morbidezza: tessuti extra soft come il velluto, grande protagonista della prossima stagione invernale, mischie di lana, cotone e cashmere. Nuove le modellature studiate al millimetro con lo scopo di assicurare il fit perfetto. Grande ritorno del vestito, sia nei modelli più classici in lana, cotone o jersey che nella variante street in velluto. I colori sono autunnali: mattone, senape, caffè, ambra, sabbia, cioccolato, verde bosco, grigio, blu e azzurro polvere.

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Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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