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Festival di Sanremo 2019: Motta e Nada miglior duetto, Ligabue re. Stasera gran finale. Pagelle

Motta e Nada

SANREMO – Serata stratosferica: con 56 artisti sul palco. Sono Motta e Nada ad aggiudicarsi il premio al Miglior Duetto del festival di Sanremo, con il brano Dov’è l’Italia. Il riconoscimento è stato assegnato dalla Giuria d’Onore e consegnato dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Bene: stasera, sabato 9 febbraio, si chiude con un finalone. Ma la quarta serata è stata anche quella del ricordo e della speranza: nel giorno in cui è iniziato lo smantellamento del ponte Morandi, Claudio Baglioni rende omaggio alla Liguria e a Genova sul palco dell’Ariston: «La Liguria, se la guardate sulla carta geografica, ha una forma. E’ lunga, sottile, ricurva. E’ la forma di un ponte. Il 14 agosto, alle 11.36 del mattino, la Liguria si è spezzata. Da oggi, quella ferita comincia a rimarginarsi. Proprio questa mattina, a Genova, è cominciata la demolizione di quello che resta del ponte Morandi e dunque questa mattina è anche cominciata simbolicamente la costruzione del nuovo ponte».

Luciano Ligabue

LIGABUE – Ed eccoci in presa diretta:  chitarra gigante, ingresso in trono con la cappa rossa bordata di ermellino, l’imperatore del rock, Luciano Ligabue irrompe tra i duetti di Sanremo. Superato il giro di boa, incassata una media di 9,4 milioni di spettatori e del 47% di share per la terza serata, con risultati da record sul target giovani, il festival si apre con Baglioni in completo lurex che canta Acqua dalla luna, accompagnato da una performance circense tra acrobati, trampolieri e ballerini. Il piatto forte viene servito subito: Claudio Bisio presenta il Liga, «ha 80 anni di carriera, ha pubblicato 75 album, scrive libri, fa il regista, ha suonato davanti a tre papi, aveva milioni di follower prima che arrivasse Internet». Si accendono le Luci d’America, poi l’Ariston si scatena con Urlando contro
il cielo. Il duetto del rocker con Baglioni è l’omaggio a Francesco Guccini e a un manifesto della canzone di protesta, Dio è morto.
Virginia Raffaele si cimenta in Giochi proibiti alla chitarra (senza corde) con Baglioni, ma la gag è da archiviare. Claudio Bisio racconta nel suo monologo le difficoltà del mestiere di padre e poi introduce l’ospite a sorpresa, Anastasio: nel festival dirottato verso i giovani trova diritto di cittadinanza il vincitore di X Factor che porta all’Ariston l’inedito Correre.

Claudio Baglioni e Virginia Raffaele

DUETTI – Ad inaugurare la maratona dei duetti sono Federica Carta e Shade che condividono Senza farlo apposta con Cristina D’Avena: il trio funziona (e Cristina schizza subito in testa alla tendenze su Twitter), il look un po’ meno. Nada valorizza Dov’è l’Italia di Motta, Noemi dà forza a Irama e alla sua La ragazza con il cuore di latta, brano di impatto anche grazie al coro gospel. Fiato sospeso per l’ingresso in scena di Patty Pravo, che interrompe per qualche secondo l’esecuzione di Un po’ come la vita, in coppia con Briga, stasera accompagnati al pianoforte da Giovanni Caccamo. Dopo lo show dell’altra sera, Ornella Vanoni si impossessa per un attimo di Patty in un breve scambio con Virginia Raffaele. S’incrociano le strade del rock quando Enrico Ruggeri e Roy Paci salgono sul palco con i Negrita per I Ragazzi stanno bene, per uno dei duetti più riusciti della serata. Il violino (e i muscoli) di Alessandro Quarta sul palco con Il Volo per Musica che resta, e il pubblico come sempre apprezza. «Avete spettinato l’Ariston – chiosa Virginia – anche Serena Dandini in prima fila». Con lei nella Giuria d’onore, presieduta da Mauro Pagani, anche Ferzan Ozpetek, Camila Raznovich, Claudia Pandolfi, Elena Sofia Ricci, Beppe Severgnini, Joe Bastianich. Tony Hadley canta in italiano Mi sento bene con Arisa e le coreografie dei Kataklò. Serata ad alto tasso di danza: le etoile Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel accompagnano Francesco Renga che ha voluto sul palco anche il suo autore, Bungaro, per Aspetto che torni. Il look stravagante contagia Gue Pequeno che si limita a un mini blitz nell’esibizione di Mahmood con Soldi. Ghemon condivide le sue Rose viola con Diodato e Calibro 35. Fabrizio Moro torna all’Ariston a un anno dalla vittoria per accompagnare alla chitarra Ultimo nel brano I tuoi particolari. La voce di Neri Marcorè contagia con inserti teatrali il brano di Nek, Mi farò trovare pronto, mentre Beppe Fiorello canta L’ultimo ostacolo con Paola Turci.

Arisa con i Kataklo’ Athletic Dancers

SCOSSA – Per fortuna a dare una scossa al ritmo della serata entrano i Boomdabash con Rocco Hunt e i piccoli Musici Cantori di Milano Boomdabash con Rocco Hunt e i piccoli Musici Cantori di Milano con Per un milione, The Zen Circus con Brunori Sas (L’amore è una dittatura). Duetti al femminile per Anna Tatangelo e Syria con Le nostre anime di notte e per Irene Grandi e Loredana Bertè che si scatenano in Cosa ti aspetti da me e meritano la standing ovation. Le altre accoppiate della serata vedono Jack Savoretti con gli Ex-Otago, Paolo Jannacci e Massimo Ottoni con Enrico Nigiotti, Manuel Agnelli con Rancore e Daniele Silvestri, Biondo e Sergio Sylvestre con Einar, Ermal Meta con Simone Cristicchi, i Sottotono con Nino D’Angelo e Livio Cori e, in chiusura di
serata, Morgan con Achille Lauro. Al miglior duetto votato dalla Giuria d’onore il premio special.

PAGELLE DELLA QUARTA SERATA 

BAGLIONI-BISIO-RAFFAELE: tempi serrati, serratissimi per via dei 24 duetti in programma. E loro, nei pochi spazi a
disposizione, fanno rimpiangere il fatto che i duetti non siano anche di più. VOTO:

FEDERICA CARTA E SHADE con CRISTINA D’AVENA: La collaborazione con la regina dei cartoni non aggiunge molto a un
brano che avrà fortuna in radio. Meno al festival. VOTO: 5.5

MOTTA con NADA: Bell’arrangiamento, con Motta alla chitarra. Nada è una presenza forte, un porto sicuro. VOTO: 7

IRAMA con NOEMI: La canzone c’è e Noemi ci si tuffa dentro come se fosse sua, mettendoci femminilità e anima. VOTO: 6,5

LIGABUE: Le scale, la superchitarra, il trono: ci mancava solo che si calasse dall’alto. Ma a Liga si perdona anche un eccesso di ego. Del resto è l’unico ospite della serata. Il festival gli rende omaggio, e lui a Guccini in un’intensa Dio è morto in duetto con Baglioni. VOTO: 7,5

PATTY PRAVO E BRIGA con GIOVANNI CACCAMO: Patty c’è, Patty non c’è. E’ la vera star, e non perde occasione per ricordarlo. Quando entra, a canzone iniziata, saluta il pubblico, come fosse la cosa più normale del mondo. La grazia e il pianoforte di
Caccamo salvano il pezzo. VOTO: 6

NEGRITA con ENRICO RUGGERI E ROY PACI: La voce di Ruggeri è una zampata a freddo che esalta la performance della band
toscana. La tromba di Paci è un dolce balsamo. E il rock è rock. VOTO: 7.5

IL VOLO con ALESSANDRO QUARTA: Il violino rock spolvera di nuovo il brano. Una ventata di aria fresca, ma poi la finestra
viene richiusa bruscamente. VOTO (al violino): 6

ARISA con TONY HADLEY E I KATAKLÒ: Che coppia improbabile! L’ex Spandau che canta in italiano è il Dan Peterson del
festival. Ma i due in qualche modo sono credibili. E la canzone, in versione remix di Jason Rooney e Andro (Negramaro), è sempre
divertente. VOTO: 6.5

MAHMOOD con GUÈ PEQUENO: Il brano è cresciuto ascolto dopo ascolto. Piace. Incontro-scontro tra rapper che parlano la
stessa lingua. E si vestono allo stesso modo (male). VOTO: 6.5

GHEMON con DIODATO E CALIBRO 35: Colto appieno il senso della  serata duetti. Diodato riesce a dare nuova veste al pezzo, che ne guadagna. VOTO: 7

FRANCESCO RENGA con BUNGARO, ELEONORA ABBAGNATO E FRIEDEMANN VOGEL: Renga continua a non emergere. C’è Bungaro, che è anche autore del brano, e ci sono le coreografie. Cambia poco. VOTO: 6

ULTIMO con FABRIZIO MORO: Fabrizio Moro fa troppo Fabrizio Moro. La canzone ha bisogno di più delicatezza e gentilezza, lui
invece entra a gamba tesa. VOTO: 5.5

ANASTASIO: Ha da poco vinto X Factor, ma si guadagna già un passaggio da ospite (nei panni del figlio nel monologo di Bisio)
all’Ariston, con un pezzo nuovo scritto appositamente. VOTO: 6.5

NEK con NERI MARCORÈ: registro più intimista per questa  versione riarrangiata, anche se Nek ne perde un po’ in grinta.
Marcorè, con il suo Borges, è un moderno Alberto Lupo. VOTO: 6.5

BOOMDABASH con ROCCO HUNT E I MUSICI CANTORI DI MILANO: Rap e reggae, energia e allegria che risvegliano dal torpore di una serata davvero troppo lunga e pesante. VOTO: 6.5

THE ZEN CIRCUS con BRUNORI SAS: Brunori SAS è un artista di grande capacità. E lo dimostra anche stasera. La canzone ha un potenziale che cresce. VOTO: 7

PAOLA TURCI con BEPPE FIORELLO: L’attore è un buon sparring partner, tra canto e recitato. Non è la canzone migliore della
Turci, ma lei riesce a vestirla di eleganza e forza. VOTO. 6.5

ANNA TATANGELO con SYRIA: Duetto al femminile di cui forse non si sentiva la mancanza. Impeccabili le voci. VOTO. 6

EX-OTAGO con JACK SAVORETTI: Un duetto non casuale. Genova nel cuore per la band che da lì arriva come anche Savoretti,
anglo-genovese. VOTO: 7

ENRICO NIGIOTTI con PAOLO JANNACCI E MASSIMO OTTONI: Voce e piano e immagini di sabbia. Poesia, cuore e arte per un brano che parla agli affetti familiari. VOTO: 6

LOREDANA BERTÈ con IRENE GRANDI: Rock appassionato declinato al femminile. Loredana non ne sta sbagliando una in questo festival (look a parte). E anche la scelta di avere Irene al suo fianco è pazzesca. Un brano che sembra nato per loro due. VOTO
8.5

DANIELE SILVESTRI E RANCORE con MANUEL AGNELLI: Arriva anche Manuel Agnelli a dar man forte a un brano che già di suo è fortissimo. Miscela esplosiva che esplode. VOTO: 7.5

EINAR con BIONDO E SERGIO SYLVESTRE: Il duetto (che è un trio) di Amici, nel senso del talent. Boh.. VOTO: 5

SIMONE CRISTICCHI con ERMAL META: La canzone era già bella nella versione originale, ma con Meta è una perla ancora più
preziosa. VOTO: 8

NINO D’ANGELO E LIVIO CORI con I SOTTOTONO: Il duetto non aggiunge e non toglie. VOTO: 6

ACHILLE LAURO con MORGAN: Chi altro poteva affiancare Achille Lauro, se non Morgan che suona contemporaneamente piano e chitarra, mentre Lauro si sdraia sul piano? Genio del male chi ha avuto l’idea. Imprecisi e casinisti, ma ci piacciono così. VOTO: 8

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Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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