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Firenze: al Teatro di Cestello debutta «Speriamo che sia femmina», dal film al palcoscenico

Angela Tozzi, protagonista di «Speriamo che sia femmina» al Teatro di Cestello

FIRENZE – Al Teatro di Cestello, da giovedì 4 a domenica 14 aprile, una prima nazionale di pregio: il debutto assoluto dell’unica riduzione autorizzata per la scena del celebre film di Mario Monicelli «Speriamo che sia femmina», realizzata da Mauro Cesari sulla sceneggiatura originale di Tullio Pinelli. A sigillare l’operazione una firma che non passa inosservata, quella di Marco Predieri, tra i più interessanti outsider del panorama teatrale dell’ultimo decennio.

Fra le piccole bizzarrie dei cartelloni teatrali di aprile 2019 a Firenze, c’è che nelle prime due settimane si concentrano ben tre riduzioni per la scena di opere cinematografiche: alla Pergola in questi giorni c’è «Regalo di Natale» da Pupi Avati e per la settimana prossima è previsto «Barry Lindon» da Kubrick; in contemporanea, per entrambe le settimane, al Teatro di Cestello in San Frediano si può vedere questo esperimento che denota una certa audacia, dato il soggetto.

Le major cinematografiche alle quali si rivolse Mario Monicelli per proporre «Speriamo che sia femmina» si rifiutarono di produrre un film che trattava di «donne in una casa di campagna, dalle vicende poco eccitanti, senza sesso, né comicità, né violenza». A crederci fu un produttore indipendente, Giovanni di Clemente, ed ebbe ragione. La pellicola fu la più premiata e vista tra i film italiani del 1986.

Quella mancanza di colori “accesi” era necessaria ad aprire una finestra vera sui meccanismi dell’universo femminile; il sesso forte in un “nido”che non è solo luogo fisico ma condizione umana, dove aspirazioni di vita si scontrano e contrappongono in una serrata partita tra realtà e illusione alla ricerca di una stabilità che nessun fattore esterno può realmente garantire, tanto meno quell’ideale di uomo ricercato e fuggito dalle protagoniste. Dagli anni Ottanta molto è cambiato nelle società, la tecnologia ha mutato le abitudini quotidiane, ha reso tutto più rapido, nevrotico, ma ciò che rimane immutabile è la natura umana, con i suoi tormenti, i suoi ragionamenti, gli stereotipi, persino quelli sulla famiglia e la condizione della donna, tanto attuali in questi giorni. La regia di Marco Predieri, sulla riduzione teatrale di Mauro Cesari, ha così inteso modernizzare esteticamente  la vicenda, declinandola nel presente, in questo 2019 iniziato da tre mesi, per scoprire semplicemente quanto la forza del testo risulti inalterata  esattamente  come quando vide la luce.

In scena un cast affiatato di attrici e attori quasi tutti fiorentini, con Angela Tozzi nel ruolo di Elena, il pilastro attorno al quale si muove l’intero universo domestico, Concetta Lombardo in quello di Fosca e Maria Rita Scibetta in Quello di Claudia. Con la partecipazione di Remo Masini nelle vesti dello zio Gugo. In scena anche Graziano Dei, Chiara Collacchioni, Marianna Minio,Raffaele Totatro, Lisa Crinon, Alessandro Benedetti e Sandro Trippi.

Teatro di Cestello (Piazza di Cestello, 3/4)

Da giovedì 4 a domenica 14 aprile; feriali e prefestivi ore 20.45, domenica e festivi ore 16.45

Biglietti 16 / 14 / 10 euro. Info e prenotazioni 055.294609 – prenotazioni@teatrocestello.it

Cinema, Firenze, mario monicelli, prosa, Teatro di Cestello

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