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Italia danneggiata dalle politiche europee di austerity, 10 proposte del Cnel per rimediare

Sede Cnel

Anche il Cnel, scampato all’abolizione dcretata da Renzi, ma cancellata da referendum, disastroso per il  rottamatore, definisce una mezza catastrofe per l’Italia le politiche di austerity imposte dai burocrati e politici ue. E lancia un manifesto, con 10 proposte concrete per il futuro dell”Europa, condiviso dalle 38 forze sociali e produttive italiane rappresentate al al suo interno.

Con la golden rule per consentire lo scomputo dal calcolo del deficit della spesa per investimenti per l’innovazione delle infrastrutture materiali e immateriali dei Paesi  è necessaria la revisione e l’armonizzazione dell’intero sistema fiscale dell’Unione a partire dalla cancellazione del fiscal compact. Per il manifesto del Cnel una riforma dell’attuale sistema fiscale è condizione indispensabile per contrastare il dumping fiscale e correggere le gravi distorsioni attuali a cominciare da quelle che riguardano il rapporto con i big player dell’economia digitale.

Nel documento le forze sociali produttive chiedono all’Europa più investimenti e innovazione per un modello di sviluppo sostenibile. Ma anche, l’aumento graduale di risorse dell’Unione al 3% del PIL per progetti comuni sulle priorità economiche e sociali decise dal Parlamento europeo senza comportare aggravi a carico di lavoratori e imprese. Vengono auspicati inoltre un social compact europeo: contrasto alle diseguaglianze e alle povertà, reddito minimo, indennità europea di disoccupazione, lotta al dumping contrattuale, gestione europea delle migrazioni. Le dieci proposte del manifesto comprendono anche un anno di Erasmus per tutti i giovani europei: studio, servizio civile,inserimento al lavoro, un piano europeo per la formazione inserimento al lavoro, un piano europeo per la formazione continua e digitale, l’avvio dell’armonizzazione fiscale e fiscalità comune per grandi progetti strategici. Si punta anche su un’accelerazione del processo di integrazione politica: elezione diretta del Parlamento europeo e attribuzione di pieni poteri legislativi al Parlamento stesso; occorrerebbe inoltre potenziare il dialogo sociale e il sostegno alla contrattazione collettiva europea, proponendo inoltre la promozione di consultazioni dirette dei cittadini a cui riconoscere un potere di petizione verso le istituzioni europee.

Troppe proposte, alcune sono interessanti, altre demagogiche e assolutamente non rispondenti alla necessità di una trasformazione radicale delle politiche e del funzionamento delle istituzioni europee.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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