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Tav Torino Lione: ultimatum Ue, L’Italia deve decidere entro luglio, se no perde i fondi europei

ANSA/ GUIDO MONTANI

BRUXELLES – L’Italia e la Francia devono chiarire entro luglio se e come intendono portare avanti il progetto Tav altrimenti rischiano di perdere i fondi ancora a disposizione e di dover restituire i 120 milioni già ricevuti.
Questa l’indicazione raccolta dall’Ansa a Bruxelles dopo il colloquio telefonico che nei giorni scorsi si è svolto tra la commissaria Ue responsabile per i Trasporti, Violeta Bulc, e il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli.

Il premier Conte intanto sta esaminando, insieme agli altri membri del goverbno, l’ipotesi di un tracciato alternativo a cui a cui ha lavorato l’ex sindaco di Venaus Nilo Durbiano e che nei prossimi giorni sarà sottoposto alla votazione di quel Consiglio comunale e poi di quelli degli altri paesi della Valsusa.

Un progetto che prevede una modifica sostanziale del tracciato che cancellerebbe il tanto contestato tunnel di base, e che “eviterebbe – spiega Durbiano – di scavare tre gallerie, andata, ritorno e di servizio, per complessivi 162 chilometri” e che incontrerebbe il favore della Lega. Quindi, invece dei 162 chilometri complessivi del tunnel di base, il progetto Durbiano che il governo Conte starebbe valutando «prevede un tunnel di soli 15 chilometri tra Oulx e Modane: si tratterebbe semplicemente di un’altra canna parallela alla galleria del Frejus».

Ma insorgono subito gli antagonisti storici del progetto. «Ipotesi Tav ‘leggera’? Sono contrario, sarebbe un modo ancora più vigliacco di imbrogliare i valligiani. A iniziare dal fatto che il progetto è campato in aria, tanto è vero che
i km da bucare non sono 15 ma 30. Io ribadisco che c’è una analisi così-benefici, un contratto che dice che se non conviene, non si fa».  A dirlo, all’Adnkronos, è il senatore M5S Alberto Airola, da sempre contrario all’alta velocità Torino-Lione. «Per quanto mi riguarda possono proporre anche questa soluzione, ma io e la valle No Tav la
rifiutiamo in toto. Non tradirò i No Tav, se non c’è l’intero finanziamento l’opera non può partire. Ma – aggiunge – c’è ancora più di una via d’uscita. Di fatto mi fido più di Conte che di Toninelli e soci. La valle non si tocca e cercherò di far correggere anche il dl sicurezza bis che influisce anche sul controllo dei cantieri considerati strategici», conclude il senatore grillino.

Ma su tutto questo pende l’ultimatum della Ue, sbrigatevi o via tutti i finanziamenti, con restituzione di quelli gà assegnati.

 

Conte, fondi europei, francia, M5S, Tav, ue


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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