«La mia è una decisione meditata e sofferta. Sono grato dell’eccezionale occasione che mi è stata concessa ma credo sia giusto rientrare in ruolo in un momento così difficile per la vita della magistratura. Assistere a quanto sta accadendo senza poter partecipare concretamente al dibattito interno -rileva Cantone- mi appare una insopportabile limitazione, simile a quella di un giocatore costretto ad assistere dagli spalti a un incontro decisivo: la mia indole mi
impedisce di restare uno spettatore passivo, ancorché partecipe. So di lasciare l’Autorità in buone mani, mi auguro in ogni caso che nei tempi tecnici necessari a formalizzare il rientro in magistratura sarà possibile procedere alla nomina del mio successore».
Il magistrato intronato da Renzi ha spesso riconosciuto che la sua azione non aveva sortito i risultati pratici che si era ripromesso, in fondo l’uomo della provvidenza affibbiatoci da Renzi se ne va senza aver salvato il Paese, come nelle intenzioni del rottamatore.