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Rennes: Corte d’Appello blocca estradizione Vincenzo Vecchi, ultimo latitante condannato per il G8 di Genova

RENNES – La francia, anche attraverso la magistratura, continua ad applicare le dottrina Mitterrand e cerca di ostacolare il ritorno in Italia dell’ultimo latitante condannato per reati del G8 di Genova,, e slitta quindi l’estradizione in Italia dell’ultimo black bloc ricercato per il G8 di Genova. La Corte di Appello di Rennes, infatti, ha chiesto all’Italia di fornire un complemento di informazione relativo ai due mandati di arresto europei nei confronti di Vincenzo Vecchi, arrestato giovedì scorso in Francia per i fatti del 2001 e comparso oggi dinnanzi alla giustizia francese.

A riferirlo all’Adnkronos è Maxime Tessier, uno degli avvocati del latitante. La decisione della Corte di Appello, che quindi non accoglie la richiesta del Procuratore generale di consegnare Vecchi alle autorità italiane, è stata resta nota oggi nel corso di un’udienza. Vecchi era stato condannato con sentenza definitiva dalla Corte di Cassazione del 13 luglio 2012 alla pena di 11 anni e 6 mesi di reclusione per le violenze verificatesi durante il G8 di Genova e a 4 anni di reclusione per aver partecipato alle violenze a Milano a marzo del 2006. «La Corte d’Appello di Rennes – sottolinea Tessier – ha sostenuto che i due mandati europei nei confronti di Vecchi erano incompleti per poter procedere alla consegna alle autorità italiane e ha chiesto un complemento di informazioni alle autorità italiane che avranno tempo fino al 10 ottobre per fornirle».

In particolare, “sui fatti di Genova la Corte ha chiesto all’Italia di fornire la data della prescrizione e la sentenza della Cassazione, mentre sui fatti di Milano ha chiesto delucidazioni circa l’eventuale presentazione di un ulteriore ricorso”. Inoltre, sottolinea Tessier, la Corte ha chiesto all’Italia “quali sarebbero state le condizioni di detenzione di Vecchi e se eventualmente rischia l’applicazione dell’articolo 41 bis”.

Per quanto riguarda la scarcerazione di Vecchi, la Corte poi, aggiunge Tessier , “ha deciso di rinviare la decisione sulla libertà o sull’applicazione del braccialetto elettronico a fine settembre”. Insomma, commenta Tessier, “da parte nostra non c’è nessun trionfalismo ma molta speranza. Non abbiamo vinto ma siamo sollevati per il fatto che la consegna alle autorità italiane sia stata rinviata. Continueremo il nostro lavoro”, spiega Tessier che difende Vecchi insieme all’avvocato Catherine Glon e all’avvocato Marie-Line Asselin.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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