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Fiorentina: palo di Chiesa al 92′. Il Genoa vince (2-1). Pedro in volo per Firenze. Pagelle

Il primo gol del Genoa, segnato da Zapata di testa

GENOVA – Montella non crede ai suoi occhi: un’altra sconfitta, l’ennesima da quando è tornato a Firenze. Sfortuna? Sì, anche: in pieno recupero, al 92′, sul 2-1 per il Genoa, Federico Chesa prima colpisce il palo, poi si vede negare il gol del pareggio da una paratona di Radu. E proprio sui guantoni del portiere rossoblù sfuma l’ultima speranza di una Fiorentina lancianta in un forcing disperato anche da Franck Ribery, costretto a cercare un miracolo in venti minuti, così come aveva fatto, anche in quel caso senza riuscirci, contro il Napoli. Aggiungiamo che Aurelio Andreazzoli, ex Empoli e ora maghetto genoano, avrebbe smoccolato se la Fiorentina avesse otteuto il 2-2: perchè i suoi rossoblù, in vantaggio nel primo tempo con un colpo di testa di Zapata, controllato da nessuno, aveva raddoppiato a metà ripresa con Kouamè, bravissimo ad agganciare un rilancio lungo di Radu, a liberarsi di Ranieri e a battere imparabilmente Dragowski. Dopo quel momento, il Genoa ha sfiorato tre volte il raddoppio: anche con una traversa di Radovanovic. Poteva essere il kappaò. Invece la Fiorentina ha rialzato la testa, dimezzando lo svantaggio con Pulgar, su rigore concesso per fallo di Romulo (sì, il vecchio Romulo ex viola) su Dalbert, entrato da poco al posto di Badelj. Ecco, senza Badelj la difesa viola ha sofferto. Poi però è arrivata la spinta di nonno Ribery, capace di sfoggiare, a 36 anni suonati, lo sprint di un ragazzo, e di Chiesa che era stato colto da momenti di torpore dopo aer sfiorato il gol in apertura di partita. Chiesa abulico e sciupone nella parte centrale del match. Per resuscitare in fondo, però senza il tocco felice. Il problema? Una Fiorentina arrembante ma poco pungente. Montella non ha brillato nelle scelte. Soprattutto nella formazione iniziale. Vlahovic e nonno Ribery sono stati mandati in campo troppo tardi. Nel primo tempo la Fiorentina ha sofferto parecchio là davanti, con un Boateng prevedibile anche nei movimenti, sempre bloccato da Zapata. Che, come detto, si è anche concesso il lusso di lasciarlo per andare a segnare il primo gol. Troppa sofferenza anche in difesa: Milenkovic si perde spesso l’avversario, Pezzella è meno saracinesca del passato e Ranieri pecca di esperienza. Speriamo sia pronto presto Caceres, stasera rimasto in anca. Dragowski? Ha smanacciato tuffandosi per cercare di deviare il colpo di testa di Zapata. Poi è sato protagonista di alemno tre parate capaci di tenere la Fiorentina in partita. E ora? Bisogna rimboccarsi le maniche. Zero punti dopo due partite non devono essere un dramma. Certamente fanno suonare il campanello d’allarme. Chissà che la rimonta possa cominciare proprio con la Juve, a Firenz, alla ripresa del campionato. Del primo Montella sulla panchina viola ricordiamo il clamoroso 4-2 ai bianconeri con Pepito Rossi. Chissà che…

Commisso con moglie, figlio e Joe Barone prima del saluto davanti ai tifosi viola arrivati a Marassi

PEDRO – Un migliaio i tifosi viola nel catino di Marassi. Che esplodono in cori e applausi quando Rocco Commisso – giacca, cravatta e sorriso a spaccabocca – fa il giro di campo per andare a salutarli. Poco lontano moglie, figlio e il fido Joe Barone, che ha organizzato la kermesse all’amaricana. Tiosi entusiasti, dicevo, anche per la notizia dell’arrivo di Pedro, centravanti della Fluminense. Aggiungo la notizia: mentre i viola scendono in campo a Genova, Pedro è appena partito dall’aeroporto di Rio de Janeiro. Domani sarà a Firenze per la firma e le visite mediche. Finalmente arriva un’altra punta. Speriamo che Montella decida di usarla: Pedro, se si sarà ripreso dall’infortunio che lo ha colpito, o anche Vlahovic. Stasera in panchina. Novità in difesa: gioca Ranieri come terzino sinistro. L’allenatore viola teme il tandem di punta genoano, formato da Pinamonti e Kouamè.

CHIESA – I viola, con la maglia dei Verdi di San Giovanni del Calcio storico, prendono subito l’iniziativa e aggrediscono la tre quarti rossoblù. Radovanovic, in affanno, deve brutalizzare Castrovilli per far respirare la difesa. Ma è contropiede apidissimo: lo stesso Radovanovic la mette in mezzo per Pinamonti che sfiora di testa e manda la palla a un paio di metri dalla porta di Dragowski. Ma al 5′ è la Fiorentina che mette Boateng in condizione di rendersi pericolosissimo dal limite. Cento partite in A per Kevin Prince, che in precedenza era stato colpito alla testada Zapata. Ma ancora più clamorosa l’occasione viola al 7′: Chiesa scappa benissimo al controllo di Romero, arriva davanti a Radu ma non inquadra la porta. Incredibile: era più facile metterla dentro che fuori. Il Genoa si rende conto di rischiare molto. E si affida a Schone per ripartire.

ZAPATA – Il Genoa ci crede. Al 10′ corner dello stesso Schone, colpo di testa di Romero e pallone sul palo. Ma il Genoa non perde tempo a recriminare. La difesa viola si scompone. All’11’ altro corner, sempre di Schone, stavolta battuto corto, cross di Ghiglione, ragazzo assolutamente bravo e preciso, colpo di testa vincente di Zapata, lasciato incredibilmente libero. Ma c’è di peggio: Dragowski intercetta in tuffo, ma smanaccia e non riesce a deviare. Il problema? Su certi pallone deve andarci con una mano sola, non con due. Ma glielo spiegano in allenamento? Come contro il Napoli, l’intero pacchetto difensivo viola soffre parecchio.

RADU – Ripartenza della Fiorentina con Chiesa al 15′. Romero lo scaraventa in terra ancora. Giallo, giustamente. Viola aggressivi, però la manovra è troppo elaborata. E manca lo stoccatore. Al 17′ è Badelj che prova a tirare, ma la conclusione è alta, sia pure di poco. Il problema? Il pallino lo tiene la Fiorentina, ma il Genoa è ben organizzato da Andreazzoli. E ci sono rischi nelle ripartenze, orchestrate da Schone e dai vivacissimi Ghiglione e Lerager. Al 22′ Radu deve uscire avventurosamente con Chiesa, tocca di mano eppoi di piede perchè era finito fuori area. Nella ripartenza bravo ancora Ghiglione, al volo, al centro per Kouamè che, solo davanti alla porta viola, non ci arriva. Poco dopo altro spavento per i mille tifosi della Fiorentina: Milenkovic si fa passare un pallone sotto le gambe e i rossoblù, per poco, non ne approfittano per raddoppiare. Soffrono troppo, i viola, dietro. Al 26′ Dragowski rischia con una respinta corta. Che pericolo!

PULGAR – In ripartenza, al 20′, Ranieri spinge sulla sinistra e mette al centro, Chiesa non arriva sul pallone. La Fiorentina reclama per un presunto fallo di mano in area rossoblù. Giacomelli fa cenno di o con la testa e Banti, dal Var, non si fa sentire. Il problema, però, è la mancanza di penetrazione della Fiorentina. Boateng è falso centravanti e Chiesa, per quanto insista, non trova la porta. Addirittura Castrovilli (37′) va a cercare il gol con azione personale. Ovvio: nessuno punge e allora ci prova lui, che nella Cremonese, in B, ha segnato quattro gol. Potrebbe tentare anche Pulgar (40′), servito da Chiesa, ma Barreca fa un’acrobazia e lo anticipa. Ripartenza volante genoana al 42′: Ranieri si perde Pinamonti che arriva davanti a Dragowski e spara al volo, ma il portiere viola è reattivo e devia in angolo. Sì, questa volta è davvero paratona. Gioco fermo: i barellieri portano fuori un tifoso genoano caduto nel fossato. Si riprende a giocare: Criscito falcia Sottil lanciato sulla fascia destra. Giallo. Ineccepibile. L’ultima azione del primo tempo è un tiretto, senza ambizioni, di Chiesa, destinato alle braccia di Radu.

DALBERT – In avvio di ripresa Fiorentina molto aggressuva. Guadagna tre angoli. E segna con Pezzella ma l’arbitro sostiene di aver fermato il gioco prima. Scambio Castrovilli-Chiesa al 7′, ma, ancora una volta, la conclusione di Chiesa è facile per Radu. Si scuote il Genoa e all’8′ Pinamonti la manda sull’esterno della rete. Il problema, per la Fiorentina, è semre lo stesso: scarsa incisività davanti. Boateng perde tutti i duelli di testa con Zapata. In fondo non è una punta. Ma perchè Montella non prova a mandare in campo Vlahovic? Oppure Ribery? Intanto Montella inserisce Dalbert al posto di Badelj. Cambio poco comprensibile, ma speriamo abbia ragione l’allenatore. Ma sulla prima palla, Dalbert fa cilecca: la perde maldestramente.

KOUAME’ – Tenta, la Fiorentina, di trovare il pari, ma il Genoa riparte in contropiede. Lancio lungo di Radu, pallone agganciato al volo da Kouamè che si beve Ranieri, fa qualche passo, e infila inesorabilmente Dragowski. Due a zero. E’ il secondo gol consecutivo per Kouamè in due partite di campionato. Bene per lui, ma notte fonda per la Fiorentina. Non basta: al 24′ Lerager trova un altro spiraglio, ma Dragowski risponde nuovamente da campione. Non basta ancora: traversa del Genoa con Radovanovic. con La difesa della Fiorentina è scopertissima. L’uscita di Badelj, secondo me, si fa sentire molto.

RIGORE – Montella finalmente si decide a sostituire Boateng con Ribery. E inserisce anche Vlahovic togliendo Sottil, stasera in ombra rispetto alla bella partita con il Napoli. Andreazzoli, quasi contemporaneamente, toglie Ghiglione per Romulo. Ci prova Ribery, alle prese con Romulo. Poi interviene Dalbert e Romulo tenta di calciare, lo colpisce. Giacomelli concede il rigore. Pulgar sul dischetto: Radu spiazzato e palla in rete. Due a uno. Fiorentina di nuovo in partita dopo aver rischiato ripetutamente il kappaò.

PALO – Genoa: esce Barreca ed entra Pajac. Al 35′ Criscito frana su Chiesa in area, ma Federico aveva già perso il pallone. Al 36′ guizzo di Ribery che lascia sul posto Romero, ma la conclusione non è difficile per Radu. Andreazzoli cambia ancora: dentro Pandev, veterano del possesso palla, per lo stanchissimo Pinamonti. E’ il momento del forcing finale della Fiorentina. E’ proprio Ribery a suonare la carica, anche suggerendo. Quattro di recupero. Sempre Ribery sul pallone. Che arriva a Chiesa: palo. Ci riprova: paratona di Radu. E’ sfortunato, ora, Federico. Spasmodici gli ultimi centoventi secondi di gioco. Ultima speranza affidata a un angolo. Anche Dragowski in area genoana. Ma quel pallone finisce fuori. Ora è dura: dopo la sosta arriverà la Juve. Quindi trasferta a Bergamo. Animo Fiorentina, il digiuno di vittorie che dura da quindici giornate dovrà pur finire.

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Sandro Bennucci

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