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Agenti uccisi in questura, il gip: «Killer lucido, non un malato psichico»

L’esterno della Questura di Trieste e, nei riquadri, gli agenti uccisi, Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. Nel cerchietto la pistola

TRIESTE – Avrebbe mostrato una lucidità sorprendente, Alejandro Stephan Meran, nel corso della sparatoria all’interno della Questura di Trieste. La sua sarebbe stata un’azione aggressiva portata avanti non a caso. E’ quanto rileva il decreto di fermo. Il gip nell’ordinanza che dispone il carcere per l’uomo, accusato di aver ucciso i due agenti, Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, e avere sparato contro altri otto poliziotti, rileva l’assenza di riscontri oggettivi su una possibile malattia psichica dell’uomo.

E ci sono le immagini della sparatoria. Le telecamere nell’atrio della Questura, e quelle all’esterno del palazzo, sequestrate dall’autorità giudiziaria, avrebbero ripreso una parte della sparatoria, ovvero il conflitto a fuoco col personale di guardia e il tentativo di fuga di Alejandro Stephan Meran, subito dopo l’omicidio due poliziotti. «Fasi estremamente concitate al tempo stesso drammatiche», così il Questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, ha definito i filmati delle telecamere. Fasi, secondo il Questore, che «hanno testimoniato la capacità di risposta dell’apparato che è riuscito a rendere inerte e a fermare la persona immediatamente, scongiurando la possibilità che potesse fare danni peggiori».

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Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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