Skip to main content

Tornano le navi Ong nel Mediterraneo alla ricerca di migranti da salvare

The Open Arms rescue ship

Dopo un periodo di relativa tranquillità, le navi Ong torneranno a solcare le acque del Mediterraneo per recuperare (loro dicono salvare) migranti da trasportare in Italia. A fine anno si prevedono numerose missioni di soccorso di navi umanitarie Ong nel Mediterraneo Centrale. Alcuni giorni fa è ripartita da Marsiglia la Ocean Viking di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere, dal porto di Napoli ha fatto rotta verso sud la nave spagnola Open Arms e a breve salperà da Palermo anche la nave Alan Kurdi della tedesca Sea-eye.

Restano per ora (ma ancora per quanto?) bloccate nei porti della Sicilia, sotto sequestro amministrativo, la nave dell’ong tedesca Sea Watch, le due imbarcazioni di Mediterranea (Mare Jonio e Alex) e la Eleonore della organizzazione tedesca Lifeline. Le Ong hanno ripetutamente sollecitato il governo giallorosso a dare il via libera alle navi, con poco successo.

«Con il nuovo governo non è cambiato nulla. A oggi sono 4 le navi sotto sequestro. C’è grande delusione da parte nostra: siamo consapevoli che ci vogliono tempi tecnici e le cose non cambiano da un giorno all’altro ma sono passati 3 mesi dall’insediamento» ha detto Giorgia Linardi, portavoce della Ong Sea Watch, fiera avversaria di Salvini.

Ma non c’è solo la rotta del Mediterraneo centrale. Da qualche tempo, viste le difficoltà, è molto trafficata anche la rotta del Mediterraneo occidentale (quella che da Maghreb porta alla Spagna), tanto che è costata la vita ad almeno 324 persone. Di recente, su un barcone che si è ribaltato al largo del Marocco, sono morti sette migranti e venti dispersi.

Neppure la rotta del Mediterraneo orientale (Turchia-Grecia) è esente da rischi. Nella zona greca ci sono 40mila i richiedenti asilo (tra cui migliaia di minori non accompagnati) ospitati nei campi delle isole di Samos, Lesbo, Chios, Kos e Leros. A questi se ne aggiungono altri 50mila in altri siti della Grecia. La situazione secondo le autorità greche è al limite, tanto che è stato chiesto l’intervento della Ue, in particolare della Germania della cancelliera Merkel,  che fanno orecchi da mercante.

Le flotte umanitarie dunque si riorganizzano. Eliminato il nemico Salvini, non più ministro e quindi non più in grado di nuocere, e per di più assediato dalla magistratura su più fronti, si comincia a dare l’assalto anche al Governo giallorosso, in teoria amico e più accondiscendente del precedente, ma pur sempre consapevole di non poter accogliere tutta l’Africa, nonostante le invocazioni delle sinistre e del Vaticano.

mediterraneo, migranti, navi Ong

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741