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Turismo: il Molise fra le mete preferite indicate dal New York times

NEW YORK – Il New York Times mette il Molise fra le 52 mete da visitare nel 2020 ed è la rivincita della Regione che ha il record negativo in tutte le classifiche sul turismo, oltre che su natalità, disoccupazione, spopolamento.
Sono incerti finora anche i dati sul turismo: nel 2017, le notti trascorse in albergo sarebbero state 42.197 per l’Eurostat e 131 mila per Confartigianato. In generale, le presenze sono circa 450 mila l’anno e, come rileva l’Istat, solo l’8 per cento sono di stranieri. Il Molise finora era poco frequentato e conosciuto all’estero, ma anche in Italia. Eppure, lo dico per esperienza personale, si tratta di una terra di rara bellezza, da visitare e da ammirare.

Mentre in Italia la pubblicità sembra scarsa, a sorpresa per il New York Times, il Molise è 37esimo nella lista delle mete imperdibili.  Il Molise, si spiega, piace perché è incontaminato e vi sopravvive l’Italia autentica. Piace per il Parco Nazionale, dove si avvistano gli orsi, e per quello del Matese, con i suoi laghi. Piace la ‘Ndocciata di Agnone, una processione di alte torce, o il festival Carrese di Ururi, un palio di buoi e cavalli. Il quotidiano americano raccomanda di visitare anche il sito archeologico di Saepinum, che ha «terme e un foro che rivaleggiano con Roma, ma senza la folla», e caldeggia i tratturi della transumanza, ora diventate patrimonio dell’Unesco.

Meritano una segnalazione anche le spiagge di sabbia bianca di Termoli e Campomarino, il castello di Campobasso e la cattedrale di Isernia. L’assessore al Turismo Vincenzo Cotugno, eletto nel 2018, guarda al futuro con ottimismo: «Abbiamo varato il Piano Strategico per Turismo e Cultura e un bando da 20 milioni per progetti di microricettività, siamo una terra di piccoli borghi. E abbiamo ricevuto un finanziamento da 220 milioni di cui 130 per valorizzare i tratturi». Un fattore critico è costituito dai trasporti: l’aeroporto non c’è; a Campobasso e Isernia arrivano solo treni regionali lentissimi; l’autostrada che colleghi quelle di Tirreno e Adriatico è giusto un desiderio, non è nei programmi. Intanto, Cotugno punta al turismo di ritorno: «Abbiamo 305mila molisani qui e un milione nel mondo». Che vorrebbero tornare volentieri a visitare la terra dei loro avi.

Molise, Nyt, Sepino, Turismo


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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