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Sicurezza: anche i carabinieri vogliono l’accesso diretto ai conti bancari

Blitz dei carabinieri, arresti tra Toscana e Calabria

E’ nota all’opinione pubblica la tradizionale rivalità o concorrenza che esiste fra carabinieri e Polizia, anche se il più delle volte le due istituzioni collaborano, grazie all’azione dei prefetti, per la tutela della sicurezza dei cittadini  e della legalità.

Marco Ludovico, sul Sole 24Ore, ci racconta un altro episodio dasl quale emerge chiaramento come sia sempre all’ordine del giorno l’attenzione dei due corpi dello Stato per non farsi superare dall’altro in termini di poteri e di attività. Racconta il giornalista che i Carabinieri adesso sollecitano gli stessi poteri di verifica diretta che ha la Polizia nelle banche dati di settore.  Lo ha chiesto direttamente al Presidente Conte il comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, presenti anche il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e mezzo governo presente alla Scuola Ufficiali per l’inaugurazione dell’anno accademico.

Ricorda giustamente Ludovico che il tema si trascina da anni, oggetto di riunioni e discussioni tra Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia di Stato. Incontri al ministero dell’Interno sul filo dell’equilibrio dei poteri e dei rapporti di forza, perché l’accesso alle banche dati, infatti, non è di tutti a tutto. Con delega specifica di polizia giudiziaria per un’indagine penale, certo, le forze di polizia possono consultare i data base senza distinzioni. Ma da tempo per l’Arma l’oggetto del desiderio è, soprattutto, l’Anagrafe dei rapporti finanziari dell’Agenzia delle Entrate, un tempo nota come anagrafe dei conti correnti. Un patrimonio sconfinato di informazioni: transazioni, conti correnti, investimenti e finanziamenti.

Questi dati sono a disposizione ovviamente dell’autorità giudiziaria e delle forze di polizia delegate, ma anche del questore, autorità di pubblica sicurezza, per il potere di proposta di misure di prevenzione.  La Guardia di Finanza, per completare il quadro, ha accesso diretto all’anagrafe dei rapporti finanziari: non per motivi d’indagine giudiziaria – indispensabile la delega del pubblico ministero – ma per esigenze di natura tributaria.

Il generale Nistri ha perciò sottolineato una deprivazione a suo dire ingiustificata e anacronistica. Con il governo gialloverde per poco l’Arma non andò a segno: il loro accesso diretto alle banche dati stava per entrare nel testo del decreto sicurezza dell’allora ministro Matteo Salvini. Alla fine prevalsero le obiezioni del dipartimento di Pubblica sicurezza guidato dal prefetto Franco Gabrielli. Nistri tuttavia non molla, ieri ha rilanciato davanti a tutti. La partita è sempre aperta. Vedremo se il Governo Conte sarà capace di non scontentare né polizia, che preme da un lato, né l’Arma e il suo Comandante generale, che premono dall’altro. In quest’operazione saranno coinvolti tre ministri, oltre al premier, Gualtieri, Guerrini e la ministra Lamorgese, alla quale temiamo che, con tutta la buona volontà, anche l’esperienza di prefetto non sarà troppo utile in questa tenzone.

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