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Tramvia Firenze: FdI e FI contro Nardella per inchiesta lavori linee 2 e 3

FIRENZE – FdI e FI contro Nardella dopo che è emersa la notizia dell’inchiesta per frode, che vede indagate 9 persone, per i lavori della tramvia all’incrocio tra viale Belfiore e Fratelli Rosselli, con gli alberi sacrificati per far spazio alle linee 2 e 3.

«E’ la dimostrazione che i nostri appelli e le nostre denunce non erano vetero ambientalismo bensì tutela del patrimonio arboreo e della conformazione paesaggistica unica di Firenze. La politica di albero fobia del Comune ci ha fatto passare dai viali del Poggi a quelli di Nardella, i quartieri attraversati dalla tramvia sono stati desertificati da alberi e negozi, è stata stravolta la loro identità. Dopo Parcheggiopoli ora l’inchiesta per frode per gli alberi sacrificati per far posto alla tramvia. Palazzo Vecchio ha occhi sempre troppo chiusi, anche in questo caso chi doveva controllare non l’ha fatto. Non deve più succedere!» tuona il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi).

«Chi difende la natura e le alberature storiche della città, viene additato di essere un fanatico, un retrogrado contro quell’opera magnifica, panacea di tutti i mali, che è la tramvia, fino a quando la Magistratura decide di indagare per la strage di tigli effettuata dalle ditte durante la costruzione della linea nei pressi di Porta al Prato. Quantomeno Fratelli d’Italia e i comitati civici avevano ragione a combattere contro l’aggressione e il deturpamento di un’area vincolata» dichiara il Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale Alessandro Draghi.

Nel suo comunicato FdI aggiunge che «durante l’amministrazione Nardella sono stati persi 7.288 alberi, in larga parte piante adulte con un volume di chioma di 687 metri cubi. Al loro posto sono state piantate 13.239 piante giovani con un volume medio di chioma di soli 4,5 metri cubi (dati tratti dal bilancio arboreo del Comune nel periodo del mandato amministrativo quinquennale). Si è passati da 5milioni di metri cubi di chioma a 60mila metri cubi, in termini di assorbimento di anidride carbonica (Co2) siamo passati da 1.000 a 40 tonnellate smaltite in un anno. Stesso deficit che si registra anche nell’assorbimento annuo di polveri sottili, biossido di zolfo, biossido di azoto e ozono (dati raccolti e stimati dgli esperti del Comitato degli Alberi di Lungarno del Tempio)».

Ma scende in campo anche Forza Italia: «A seguito di una indagine rimasta sottotraccia per mesi, il pubblico ministero Gianni Tei contesta a nove indagati la frode in pubbliche forniture e la violazione dei regolamenti paesaggistici in zone vincolate, com’è appunto quella dei viali (Belfiore, Rosselli, altezza via Benedetto Marcello. Il Comune di Firenze e la Soprintendenza ai Beni paesaggistici sono le persone offese» ricostruiscono Jacopo Cellai e Giampaolo Giannelli.

«Nel mirino della procura è finito il contratto 60525 relativo alla realizzazione delle due linee tramviarie inaugurate nel febbraio dell’anno scorso – spiegano i forzisti – Nell’area denominata cantiere C4.2, relativo alla sistemazione urbanistica di Porta a Prato, relativa all’incrocio Belfiore/Rosselli, c’erano otto tigli. Per il pubblico ministero, nel corso dei lavori alcuni muri, necessari per la realizzazione delle vasche, hanno danneggiato le radici delle piante in questione. Questi muri, poi, sono sorti troppo vicini ai tronchi. Il risultato è stato l’abbattimento dei tigli: non erano più sicuri. Stessi problemi poco lontano, nel cantiere C1 – aggiungono Cellai e Giannelli – anche in via Benedetto Marcello c’era un tiglio, le cui radici sono state intaccate dal cordone dello spartitraffico realizzato in quel punto. E pure il cedro di viale Belfiore, a causa di un’operazione di sopraelevamento, è andato. Eppure, in questo angolo di Firenze, sottolinea ancora la magistratura, la tutela dovrebbe essere particolare, anche quando in ballo c’è la realizzazione di un’opera fondamentale come la tramvia. Il crocicchio Belfiore/Rosselli/Marcello, annota ancora il PM, ricade infatti in una zona di “notevole interesse pubblico” riconosciuta dal decreto ministeriale del 25 maggio del 1955. A ribadire la particolare tutela anche l’autorizzazione paesaggistica numero 1500 del primo settembre 2015. Di fatto quindi i lavori della linea 2 e 3 della tramvia non sarebbero stati eseguiti come disposto dall’appalto di Palazzo Vecchio. Le ditte esecutrici avrebbero inoltre abbattuto i tigli, in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, dopo averli danneggiati con le ruspe. E gli alberi che sono stati sostituiti, non sarebbero pregiati come quelli uccisi nel corso dei lavori». E preannunciano interrogazione in Consiglio comunale.

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