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Coronavirus: i contagi italiani non si spiegano con l’alto numero dei test

Commissione Ue

BRUXELLES – La Ue sbugiarda Giuseppi, che aveva cercato di giustificare il balzo dei contagi in Italia spiegando che noi siamo più bravi perché facciamo più test: «E’ vero che in Italia sono stati effettuati moltissimi test sul coronavirus, ma questo è successo anche in altri Stati membri, quindi il numero dei controlli non è sufficiente a spiegare l’aumento dei casi. Inoltre, non stiamo avendo molti falsi positivi». Lo dicono fonti UeLe indicazioni sono state fornite durante un briefing informale tenuto a Bruxelles da funzionari della Commissione europea e del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc).

Non abbiamo indicazioni che gli Stati membri europei abbiano intenzione di introdurre controlli alle frontiere per il coronavirus, i virus non si fermano alle frontiere, ecco perché generalmente questa non è una misura che è considerata appropriata, hanno spiegato le fonti Ue. A Bruxelles, inoltre, non sono state notificate notizie di blocchi ai prodotti o richieste di particolari certificati sugli imballaggi provenienti dall’Italia verso altri Paesi europei.

Alla Commissione Ue non è arrivata alcuna richiesta ufficiale per mobilitare il Fondo europeo di solidarietà a favore dell’Italia, a seguito dell’emergenza dovuta al coronavirus, ha precisato la portavoce dell’esecutivo comunitario, Dana Spinant, sottolineando però che se tale richiesta verrà inviata a Bruxelles sarà analizzata. Il Fondo è stato creato nel 2002 per supportare i Paesi colpiti da catastrofi naturali come alluvioni e terremoti. Finora l’Italia ne è stato il maggiore beneficiario, con quasi 2,8 miliardi di euro, ma non è mai stato usato per far fronte ad emergenze sanitarie.

La Commissione europea ribadisce la sua solidarietà all’Italia e continua a lavorare su tutti i fronti per contenere il diffondersi del coronavirus. E’ quanto si legge in una nota pubblicata oggi da Bruxelles in cui si ricorda anche il forte sostegno agli sforzi intrapresi dall’Italia per fronteggiare l’emergenza espresso dalla commissaria alla salute Stella Kyriakides in occasione della sua visita a Roma. La commissaria Kyriakides è stata in Italia per discutere con le autorità del punto della situazione sull’epidemia di coronavirus – spiega la portavoce della Commissione Vivian Loonela –. Nell’occasione ha espresso all’Italia la piena solidarietà della Commissione e ringraziato le autorità per l’azione immediata e risoluta per ridurre l’impatto dei focolai. Tutte questioni su cui si è già espressa pubblicamente a seguito degli incontri avuti con le autorità italiane sulla questione.

Fra gennaio e febbraio in Europa sono stati annullati 2 milioni di pernottamenti da turisti cinesi che avevano prenotato il loro soggiorno ma non hanno potuto viaggiare a causa del coronavirus. Lo rivela il commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, al termine del Consiglio competitività durante il quale ha informato i ministri europei dei possibili impatti della crisi sanitaria. Abbiamo fiducia nel modo in cui ogni Stato membro gestisce la crisi sanitaria in cui ci troviamo, ha chiarito Breton, ma dobbiamo anche cominciare a prepararci a un eventuale impatto della situazione su alcune delle nostre imprese, anticipando e coordinandoci a livello di analisi e di misure da adottare a livello nazionale e di Commissione europea. Ciò che conta è disporre di dati. Li stiamo raccogliendo e aggregando, e ho preso nota di necessità coordinamento a livello europeo della risposta. Fra i settori più colpiti, per il momento, Breton segnala prima di tutto quello del turismo, su cui l’impatto è abbastanza significativo” ma anche l’automobilistico, sanità ed elettronica.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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