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Coronavirus: il giudizio degli anziani sulle misure governative

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ANSA/ANGELO CARCONI

Come gli italiani stanno vivendo questa emergenza e come vedono il futuro? Questi i temi portanti del sondaggio effettuato da 50&più, con il suo Centro Studi, condotto su tutto il territorio nazionale, dal 13 al 18 marzo, su un campione di 3.782 persone dai 55 anni in su.

Il primo dato che emerge dall’indagine riguarda il presente. Qual è il giudizio sulle misure adottate dal Governo per contrastare l’emergenza sanitaria? Il 73% degli over 75 ritiene che i provvedimenti presi siano sufficienti, è la percentuale più alta tra gli intervistati visto che è del 64,9% nella fascia 55-59 anni, del 72,3% in quella tra i 60-64 anni e del 70% tra i 65-74 anni. E domani? Passata l’emergenza Coronavirus, cosa accadrà?

Riguardo l’ambito economico è emersa una visione decisamente pessimistica, il 93% del campione pensa infatti che ne usciremo indeboliti. Sempre secondo gli intervistati, usciremo invece rafforzati in ambito sanitario (66,2%), sociale (65,3%) e tecnologico (61,3%). In particolare, in ambito sanitario c’è più ottimismo nella fascia di età tra i 65-74 anni, visto che il 67,9% ritiene che ne usciremo rafforzati, dato simile per gli over 75 (66,9%).

Meno fiduciosa la fascia di età 55-59 anni (61,8%) e quella 60-64 anni (63,8%). Percentuale in tutti i casi molto elevata che sembrerebbe prevedere maggiori investimenti in questo settore per il prossimo periodo.

Ma intanto, per vincere questa battaglia come si tengono informati gli over 55? E, inoltre, rispettano le regole? I senior si informano tramite la TV (indicata dal 29,8% dei casi), ma prevale la rete (39,4%) all’interno della quale i social media rappresentano il 15,1% delle preferenze.

Circa le informazioni veicolate con insistenza dai media sui maggiori rischi nel contrarre il virus da parte delle persone anziane, gli intervistati reagiscono senza troppi allarmismi: sebbene il 31% sia preoccupato per il rischio che non ci siano sufficienti posti a disposizione nei reparti di terapia intensiva, il 29% si è sentito tutelato, perché ritiene si cercasse in questo modo di indurre gli over 65 ad adottare misure di prevenzione e il 23% è convinto che se le regioni collaboreranno tra loro, tutti avranno cure adeguate.

La quotidianità cambia, ma non in modo stravolgente: i contatti esterni vengono mantenuti principalmente grazie al telefono e alle chat (69,5%), così come allo scambio di mail e all’uso dei social media (10,6%). C’è anche chi nell’ultima settimana è uscito di casa qualche volta (61%), chi mai (24%), chi tutti i giorni (13%): su questo aspetto, c’è ancora da migliorare.

Infine, per gli intervistati la tecnologia rappresenta un fattore determinante per vari motivi. Essa permette di tenersi in contatto con il mondo esterno, comprendendo sia canali dell’informazione (internet al 24,3% del campione, social media al 15,1%) sia i contatti con parenti e amici (via chat nel 69,5% dei casi e tramite e-mail e social media per il 10,6% degli intervistati). Una visione tutto sommato positiva e ottimistica della situazione. resta da vedere se, ove i sacrifici e le limitazioni durino ancora qualche mese, la gente resterà semprte della stessa opinione.

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