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Migranti e Ue: i ricollocamenti sono un miraggio, occorre la modifica dell’accordo di Dublino

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con la cancelliera Angela Merkel

I migranti, o meglio i naufraghi clandestini, arrivano tutti in Italia, in particolare in Sicilia, molti sono positivi e mettono a rischio la salute degli italiani e il bilancio del governo giallorosso.Ma Conte e i suoi confidano (speranze mal risposte) nell’aiuto del governo tedesco, nel semestre di presidenza del Consiglio Ue della merkel..

In effetti a parole le buone intenzioni ci sarebbero, almeno a quanto riferisce un documentato articolo di Mauro Indelicato, pubblicato sul giornale online Insideover. «Gli Stati membri dell’Ue che accolgono i migranti soccorsi nel Mediterraneo devono aumentare dagli attuali cinque o sei – ha dichiarato il ministro dell’interno tedesco Seehofer – perché la ripartizione dei profughi non può rimanere così». In effetti l’intesa di Malta, sbandierata come un gran successo dell’Italia, tra le altre cose prevedeva anche un meccanismo automatico di ricollocamenti dei migranti che sbarcano dalle navi Ong. Quell’accordo non ha avuto alcun seguito in ambito comunitario visto che, per ammissione dello stesso Seehofer, a parte cinque o sei governi nessuno ha poi realmente sposato il progetto di Malta.

Da qui il rilancio del rappresentante del governo di Berlino: «Serve un esame preliminare delle richieste di asilo alle frontiere esterne dell’Ue – ha proseguito Seehofer – nonché il rimpatrio immediato dei migranti non idonei a ottenere la protezione internazionale. Soltanto coloro che possono rivendicare una richiesta di asilo credibile
saranno distribuiti all’interno dell’UE». Con la conseguenza dunque che la maggior parte, circa l’80%, resteranno a carico del Paese di primo approdo, in particolare dell’Italia.

Il ministro dell’Interno tedesco vorrebbe porre sul piatto queste questioni proprio durante il periodo di presenza tedesca, magari per dimostrare l’attenzione verso le proposte italiane e verso un governo, quale quello giallorosso, che non lo si vorrebbe adesso in difficoltà sull’immigrazione.

Ma non sarà semplice togliere di mezzo il principale scoglio in tal senso, costituito dalla convenzione di Dublino,
firmata nel 1990. Il principio cardine della convenzione  stabilisce che soltanto gli Stati di primo approdo hanno la responsabilità dell’accoglienza. Una norma del genere hapenalizzato ovviamente i Paesi del sud dell’Europa, visto che dei soccorsi e delle domande d’asilo se ne sono dovuti sempre far carico quei governi le cui frontiere marittime
rappresentano anche i limiti esterni dell’Ue. Italia, Grecia e Spagna per tal motivo nel corso degli anni hanno dovuto far fronte in solitaria a migliaia di sbarchi, invocando invano la solidarietà da parte di tutti gli Stati dell’Unione Europea e delle stesse istituzioni comunitarie.

Non solo da Berlino, ma anche da Bruxelles arrivano annunci di prossime riforme in ambito comunitario sul fronte dell’accoglienza. Il presidente della commissione europea, la tedesca Ursula von der y, il 2 luglio scorso ha annunciato che l’esecutivo dell’Ue vorrebbe presentare una riforma di Dublino entro questo semestre di presidenza tedesca.

Ma le buone intenzioni di Berlino e di Bruxelles cozzano contro una realtà che da anni non vede alcun concreto seguito alla volontà espressa a parole di modificare l’attuale sistema di accoglienza e di asilo.
La realtà ci mostra invece che gli sbarchi stanno aumentando, le Ong lavorano a pieno ritmo, i sistemi di accoglienza in Italia e Grecia non sono molto lontani dal collasso e sono sotto profonda pressione. Per cui tornare a parlare di ricollocamenti e solidarietà europea è soltanto un espediente per provare a sedare la situazione. Ma l’estate, con la più che probabile ascesa del numero degli approdi, è ancora molto lunga e difficilmente entro la bella stagione si arriverà ad un’intesa europea sull’immigrazione. Con la conseguenza che probabilmente, negli Stati più esposti (Italia e Grecia, il gradimento verso la Ue e verso i governi in carica crollerà ai minimi storici. Stiano attenti Merkel e soci, Conte e compagni, Papa Francesco e associazioni varie che lucrano sull’immigrazione. L’autunno potrebbe portare una situazione esplosiva su due lati, quello della crisi economica irrisolta e quello dell’immigrazione incontrollata.

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