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Ritardi pagamenti: la P.A. deve ancora 11 miliardi di arretrati alle imprese

MESTRE – La Cgia denuncia lo scandalo persistente (ricordate le promesse di Renzi a Porta a Porta?) dei ritardi delle pubbliche amministrazioni nel pagamento delle forniture.

«In questi giorni tutta l’opinione pubblica e’ indignata per i 600 euro di bonus incassati da parlamentari e consiglieri regionali -afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – ma, a nostro avviso, e’ decisamente piu’ immorale che moltissime ASL, Regioni e Comuni non abbiano pagato 11 miliardi di euro ai propri creditori, sebbene la CDP abbia messo a disposizione un prestito trentennale ad un tasso dell’1,22 per cento. Per risolvere l’eccessivo stock di debito commerciale accumulato dalla P.A. c’e’solo una cosa da fare: bisogna consentire la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti dell’Amministrazione verso le imprese e le passivita’ fiscali e contributive in capo a queste ultime. Grazie a questo automatismo potremmo risolvere questa cattiva abitudine in tempi ragionevolmente brevi, salvaguardando il futuro di tantissime imprese».

La Cgia, a dimostrazione della difficoltà in cui versano le aziende che lavorano con la Pa, segnala i tempi di pagamento dei ministeri italiani. Nel secondo trimestre di quest’anno 8 su 13 hanno pagato in ritardo i propri fornitori. Gli altri 5 non hanno ancora aggiornato l’indice di tempestività dei pagamenti che misura i giorni di ritardo o di anticipo in cui vengono saldati i fornitori rispetto alle scadenze previste dal contratto. La situazione più difficile è in capo alle attività economiche che hanno lavorato per il ministero dell’Interno: tra aprile e giugno sono state liquidate mediamente con 62 giorni di ritardo.

Seguono le aziende che hanno instaurato un rapporto commerciale con il ministero delle Politiche Agricole (61 giorni di ritardo) e quelle con il ministero dell’Ambiente (+53 giorni). Forti ritardi nei pagamenti hanno registrato anche il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (+ 49 giorni), i Beni Culturali (+30 giorni), la Difesa (+16 giorni), l’Economia e Finanze (+14 giorni) e lo Sviluppo Economico (+12,5 giorni).

Contravvenendo alle disposizioni di legge, cinque ministeri (Lavoro, Esteri, Giustizia, Salute e Istruzione) non hanno ancora aggiornato i dati del secondo trimestre. Quelli della Giustizia e della Salute, non hanno addirittura ancora reso disponibili gli indici di tempestività del primo trimestre del 2020. E secondo le stime della Banca d’Italia i debiti della nostra Pa ammontano a 53 miliardi.
Secondo gli ultimi dati disponibili riportati nella Relazione annuale 2018, presentata il 31 maggio 2019 dalla Banca d’Italia, l’ammontare complessivo dei debiti commerciali della nostra Pa sarebbe infatti pari a circa 53 miliardi di euro, metà dei quali ascrivibili ai ritardi di pagamento. L’utilizzo del condizionale è d’obbligo, visto che il periodico monitoraggio condotto dai ricercatori di via Nazionale si basa su indagini campionarie condotte sulle imprese e dalle segnalazioni di vigilanza da cui emergono dei risultati che, secondo gli stessi estensori delle stime, sono caratterizzati da un elevato grado di incertezza. Tuttavia, di una cosa siamo certi: le statistiche di Bruxelles ci dicono che, nonostante gli sforzi fatti inquesti ultimi anni, la nostra Pa è comunque tra le peggiori pagatrici d’Europa taglia corto infine la Cgia.

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