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Il nuovo Dl immigrazione spazza via i decreti sicurezza, apre all’accoglienza indiscriminata e alle Ong

Nuove regole per le Ong, cambia il permesso di soggiorno, così come la protezione internazionale e quella complementare. E viene anche ri-concepito il sistema dell’accoglienza per migranti, nel senso porte e porti aperti per tutti.

La modifica ai decreti sicurezza di Salvini arriverà lunedì in Consiglio dei ministri, dopo una trattativa non facile e un intenso lavoro da parte della ministra Luciana Lamorgese. Come prima cosa cambierà il titolo del decreto: scompare la parola sicurezza e al suo posto ci sarà “Disposizioni urgenti in materia di immigrazione, di protezione internazionale e complementare, nonché in materia di Diritto penale”. Inoltre gli articoli contenuti nel Dl non soltanto sono stati modificati in base alle eccezioni che erano state sollevate dal presidente della Repubblica, ma sono stati apportati cambiamenti ulteriori.

Si ampilano i permessi di soggiorno: «Sono convertibili in permesso di soggiorno per motivi di lavoro, ove ne ricorrano i requisiti, i permessi di soggiorno per protezione speciale, per calamità, per residenza elettiva, per acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi, per assistenza minori»

L’autorità competente all’adozione del provvedimento di divieto di transito e sosta nel mare territoriale continuerà a essere il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. «Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti su proposta del Ministro dell’interno di concerto con il Ministro della difesa e previa informazione al Presidente del Consiglio può limitare o vietare il transito e la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale. Non trovano comunque applicazione le disposizioni del presente comma nell’ipotesi di operazioni di soccorso immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni della competente autorità per la ricerca e soccorso in mare, emesse in base agli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali in materia di diritto del mare nonché dello statuto dei rifugiati fermo restando quanto previsto dal Protocollo addizionale della Convenzione della nazioni unite contro la criminalità organizzata transnazionale per combattere il traffico di migranti via terra, via mare e via aria»,

Nel caso in cui questo provvedimento sia fondato su ragioni di ordine e sicurezza pubblica – è scritto nella bozza del testo – «è adottato dal ministro delle Infrastrutture, su proposta del ministro dell’Interno, di concerto con il ministro della Difesa e previa informazione del presidente del Consiglio». E riguarda sia il divieto di accesso che di transito e sosta, che «si tratti di navi militari o in servizio governativo non commerciale».

Spariscono le multe milionarie imposte dai Decreti precedenti nei confronti delle Ong. Però non sarà un via libera senza regole, perché la sanzione andrà da 10 mila a 50 mila euro, e comunque – qualora le imbarcazioni delle Organizzazioni non governative dovessero intervenire in area di competenza italiana – dovranno aspettare le disposizioni fornite dalle autorità interessate. E se decidessero di non rispettarle e di forzare senza le autorizzazioni necessarie, rischieranno anche l’arresto e una sanzione penale, così come disposto dal vecchio Codice della navigazione che è in vigore per chiunque vada per mare. Stop quindi alle sanzioni amministrative per le navi che fanno salvataggi in mare e mantenimento di quelle penali. Multe che saranno quindi applicate solo al termine del processo penale.

I permessi di soggiorno verranno ampliati: si potranno ottenere per questioni sportive, sanitarie, artistiche, lavorative. E anche la protezione internazionale, molto ridotta nel Dl Salvini, verrà allargata, ma con una serie di nuove regole e restrizioni. Il sistema di accoglienza si chiamerà Sai, sistema di accoglienza e integrazione. Un primo livello riguarderà coloro che hanno fatto domanda di asilo, mentre verranno istituiti dei piccoli centri in tutta Italia, dove si potrà studiare la lingua e avviare un serio processo di integrazione. I migranti che non avranno diritto all’asilo e dovranno essere rimpatriati, continueranno a sostare nei Cpr, ma con tempi più ridotti: da 180 a 90 giorni di permanenza.

Questo il commenti del M5S, critico verso alcune parti del provvedimento, per bocca dell’On. Vittorio Crimi: «Sui decreti sicurezza avevamo preso l’impegno di migliorarli, e lo faremo, manteniamo gli impegni. C’è stato un grande lavoro fatto dalla ministra Lamorgese con un tavolo di lavoro parlamentare di maggioranza. Questo tavolo ha elaborato un buon testo che contempera le esigenze di una gestione dell’accoglienza con la sicurezza. Il testo è sottoposto adesso all’attenzione del Consiglio dei ministri, che dovrà valutarne modalità e tempi per l’emissione del decreto. Ricordo che un decreto, in quanto tale, deve soddisfare le esigenze di necessità e urgenza ed è ciò che deve valutare il Cdm in ogni parte del testo, al di là della bontà dei contenuti. E’ importante -conclude Crimi- che non si veicoli, nei paesi del Nord Africa, un segnale errato di confini aperti o di permessi facili, niente di tutto questo è contenuto nel testo in esame, che mantiene una impostazione di rigore nei confronti di chi non ha diritto a
entrare in Italia».

In realtà si tratta di un testo che soddisfa al 100% le richieste delle Ong, delle Associazioni cattoliche e di sinistra che si dedicano all’accoglienza, e che mortifica le richieste di sicurezza del popolo italiano, che si vedrà assoggettato a un’altra invasione, con pericoli per la salute e la sicurezza pubblica.

Dl immigrazione, ong, Salvini, Sicurezza


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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