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Sassoli sulla via di Damasco, il Mes non serve. Smentito il Pd

EPA/OLIVIER HOSLET

Il Presidente del Parlamento europeo, Davide Sassoli, appartenente al Pd e fervente sostenitore, per molto tempo, dell’utilizzo del Mes da parte dell’Italia, è stato folgorato sulla via di Damasco e improvvisamente ha inscenato un clamoroso voltafaccia, del quale ancora si debbono comprendere le vere motivazioni.

Sassoli si accorge, da un giorno all’altro, che la politica di austerità e i ritardi dell’Europa nel fronteggiare la pandemia stanno causando disastri economici e sociali in molti Paesi, soprattutto in quelli meno legati alla Germania della cancelliera Merkel, e in una intervista a Repubblica propone la cancellazione dei debiti accumulati dai governi per
rispondere al Covid, Eurobond permanenti, nuovo Mes gestito direttamente dalle istituzioni europee e riforma dei trattati per eliminare il diritto di veto in tutti gli ambiti della politica dell’Unione.

Tornando al Mes afferma che «se la linea di credito sanitaria del Mes fosse stata usata subito sarebbe stata utile. Ma dobbiamo prendere atto che su quello strumento pesa il ricordo della crisi del 2008 e che ormai è anacronistico. Oggi quale paese con il Recovery, l’allentamento del Patto, Sure ed Eurobond si avvarrà del Mes? Nessuno. Quindi per rendere utile il Mes serve discontinuità: è necessario riformarlo e renderlo uno strumento comunitario, non più intergovernativo».

A David Sassoli arrivano consensi da destra, Matteo Salvini, sinistra, Stefano Fassina, e anche dal centro, Enrico Letta.  Ma il Presidente dell’Europarlamento arriva fuori tempo massimo, perché ormai da anni la Lega, con i suoi esperti economici (Bagnai e Borghi in testa, derisi dai soloni della sinistra) e il M5S sostengono la necessità di rifiutare il Mes, anche quello sanitario, di ricorrere ad altri strumenti finanziari e ai finanziamenti nazionali, come hanno fatto da tempo altri Paesi più furbi e previdenti. La Germania di Frau Merkel ha in questo modo immesso liquidità e dato ristoro all’economia con lo stanziamento di 900 miliardi.  L’italia di Giuseppi e Gualtieri, uno storico messo a fare l’economista (e si vedono i risultati fallimentari) lo sta forse intuendo adesso, quando ormai è tardi e i buoi sono scappati. Visto che il miraggio dei fondi europei e del recovery fund si allontana sempre più.

Anche Vladimiro Giacché, economista vicino alla Lega – già presidente del Centro Europa Ricerche (aprile 2013 – agosto 2020) – informa su twitter, commentando Stefano Fassina, che il ravvedimento repentino di Sassoli sarebbe dovuto a un avvertimento ricevuto dalla Francia di Macron. E’ tutto dire!

Insomma il governo giallorosso, Conte in particolare, ha assunto pieni poteri, sotto lo sguardo distratto, per non dire assente, di chi dovrebbe intervenire, con il risultato di farci ritrovare, dopo 10 mesi, nel colmo di una seconda ondata di Covid-19 e con una situazione economica che volge al disastro. Un bel capolavoro delle sinistre, sopportato dal Colle più alto.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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