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Maradona: aperta un’inchiesta sui soccorsi. Ma tutto il mondo celebra Diego. Eredità: spunta un altro figlio

Diego Armando Maradona con la maglia del Napoli durante una partita del campionato 1990-91
ANSA/ARCHIVIO

ROMA – Lacrime, liti sull’eredità, inchiesta sui soccorsi per capire che cosa è successo negli ultimi istanti di vita del campione. Tutto, insomma, nel nome di Diego Armando Maradona. Sul campo, sui maxischermi, per le strade e i vicoli di Buenos Aires e di Napoli spaziando in ogni angolo del pianeta calcistico fino ad arrivare a latitudini, anche sportive, inimmaginabili e per questo ancora più autentiche e struggenti. Perché davanti ad un mito della pelota, anche gli All Blacks, la squadra leggenda del rugby, hanno voluto ricordare proprio nella sfida contro l’Argentina quel genio con la palla rotonda di nome Maradona. Conosciuto anche da chi la palla la sa prendere solo con le mani.

Inchiesta sui soccorsi. «C’è una persona che da quanto mi dicono è in arresto cardiorespiratorio. Un dottore lo sta assistendo. E’ un uomo, ha 60 anni», si sente nella registrazione audio. Luque non fa il nome di Maradona. Questo è fondamentale per capire che sia stato Luque a chiamare l’ambulanza, mentre le persone che erano deputate all’assistenza del paziente si sono limitate ad allertare il medico e non subito l’ambulanza. Inoltre, scrive la stampa argentina, un’infermiera avrebbe denunciato di essere stata costretta a firmare una dichiarazione secondo cui aveva controllato le condizioni di Maradona, chiuso nella sua camera da letto. Un’inchiesta dunque che rischia, tra contraddizioni e accuse, di avvolgere di mistero la morte del campione. Struggente il post su Instagram della prima figlia di Maradona, Dalma. «Ho sempre avuto molta paura della mia morte, ma non oggi. Perché so che questo sarà il momento in cui ti rivedrò e ti abbraccerò di nuovo. Mi manchi già papà. Ci vedremo, mentre provo Y como es el, così che quando ti vedrò la canteremo di nuovo insieme gridando». Un canto d’amore.

Rovente continua ad essere, poi, la questione della incipiente battaglia per una eredità che ragionevolmente dovrebbe essere fra 80 e 150 milioni di dollari, fra immobili, auto, gioielli, rendite in Argentina e in numerosi Paesi del mondo. E non si sa fra quanti potrà essere spartita. In prima fila ci sono quattro donne: la moglie Claudia e le figlie Dalma e Giannina, Cristiana Sinagra con Diego junior; Valeria Sabalain con la figlia Jana Maradona, e Veronica Ojeda, con il figlio Diego Fernando Maradona). Ma anche due donne cubane, che gli avrebbero dato tre, e forse quattro figli, per i quali è in atto il processo di riconoscimento (Joana, Lu, Javielito e forse anche Harold). Come se non bastasse, poi, oggi è emerso un altro aspirante figlio, Santiago Lara, 19 anni, che chiede la riesumazione del cadavere di Diego per poter comparare con lui il suo Dna. «Non ho rivendicazioni finanziarie – ha assicurato – ma solo sapere se è lui mio padre, come ha lasciato detto mia madre morta di cancro».

In ogni caso, a tre giorni dalla morte del Pibe de Oro, scorrono ancora lacrime di commozione, le stesse che domani in un San Paolo vuoto causa Covid, scorreranno tra i tifosi che si assieperanno sotto lo stadio per l’ennesino tributo al grande campione. Da oggi la serie A in lutto ha iniziato a commemorare il Dieci argentino con un minuto di silenzio prima di ogni match e poi con un ricordo al decimo minuto di ogni sfida con la scritta ‘Adios Diego’ sulle tribune spoglie di tifosi. Ma indelebili restano sui maxischermi i fotogrammi del video con Maradona funambolo in quei celebri palleggi con le scarpe slacciate sotto le note di ‘Live is Life’, del 1989 a Monaco prima di affrontare il Bayern, nella semifinale di ritorno della Coppa Uefa.

Il tributo però non mancherà di proseguire per diversi giorni ancora, come non smetteranno di alimentarsi le polemiche riguardo ai soccorsi. La giustizia argentina ha deciso di aprire ieri sera una indagine per valutare se ci sia stata negligenza nella morte di Diego Maradona. Gli inquirenti, a Buenos Aires, di fatto vogliono capire e accertarsi se l’ex calciatore abbia ricevuto le necessarie e immediate cure e i soccorsi necessari. A poche ore dalla sua morte, l’avvocato e amico di Maradona, Matías Morla, aveva denunciato il fatto che l’ambulanza ha impiegato più di mezz’ora per raggiungere la casa dove si trovava Maradona. E ha fatto intendere che sarebbe andato fino in fondo. Resta ancora un mistero non solo l’ora del decesso, ma anche la telefonata arrivata al pronto soccorso. Il quotidiano El Dia ha diffuso un audio della chiamata di Leopoldo Luque, medico personale di Maradona, lo stesso che lo ha operato per un ematoma subdurale e colui che lo aveva operato per rimuovere un ematoma subdurale, per richiedere i soccorsi.

 

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Paulo Soares

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