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Affitti brevi: crisi pandemica ha ridotto di un quarto l’offerta

ROMA – La crisi pandemica e le conseguenti misure di contenimento hanno di fatto bloccato i flussi turistici con un impatto drammatico sul mercato degli affitti brevi in grado di influenzare anche i prezzi dei servizi di alloggio anche post pandemia. È quanto è emerso dal report “The impact of Covid-19 on the european short-term rental market”, redatto dai ricercatori della Banca d’Italia sulla base dei dati di InsideAirbnb.

In base ai risultati dell’analisi, la difficile situazione sanitaria ha portato a una graduale diminuzione del numero di case sul mercato che ha inciso sui tassi di occupazione delle strutture ricettive e ha portato a una progressiva riduzione dei prezzi generata dalla sempre più scarsa domanda da parte dei clienti che hanno reagito allo shock annullando le prenotazioni già effettuate e riducendo le nuove. Il campione dello studio è rappresentato dalle 19 maggiori città europee in 15 Paesi, mentre il periodo di osservazione va da inizio 2018 fino a settembre 2020.

Per quel che riguarda il lato dell’offerta, lo studio ha osservato che da marzo 2020 il consolidato trend di crescita generale osservato fino a quel momento si è interrotto. Le prime a essere colpite sono state le città italiane, parallelamente all’evoluzione epidemiologica del virus in Europa. Il tasso di crescita è diventato negativo, dal +9% al -14% a Roma e dal +17% al -9% a Milano. Successivamente, il peggioramento ha interessato tutti le altre città. A maggio il tasso di crescita del numero di inserzioni è stato ovunque negativo. Anche durante il periodo estivo – da maggio a settembre – l’offerta è risultata essere di circa un quarto inferiore rispetto allo stesso periodo del 2019. A Dublino e Amsterdam l’offerta si è approssimativamente dimezzata (in questi due casi la pandemia si è sommata a un trend negativo precedente alla crisi).

Capitolo prezzi. Prima dell’epidemia, i ricercatori hanno rilevato che i prezzi crescevano notevolmente nella maggior parte delle città: la variazione mediana rilevata dall’analisi era quasi il +10% su base annua. Se a marzo e aprile non sono state osservate variazioni rilevanti, nei mesi successivi i prezzi sono gradualmente diminuiti. Le città italiane e spagnole presenti nel campione sono quelle in cui i prezzi sono caduti di più. A Barcellona, in particolare, durante i mesi estivi, i prezzi sono stati più di un terzo inferiore a quello dell’anno precedente.

Il calo dei prezzi è abbastanza significativo, considerando la tendenza al rialzo prima dell’epidemia e data la contemporanea forte contrazione dell’offerta di appartamenti – hanno spiegato gli analisti della Banca d’Italia – Gli host hanno ridotto notevolmente i prezzi fino a un anno a venire. Ciò è importante per due ragioni. Nel nostro campione di osservazione, i prezzi futuri sono eccellenti proxy per i prezzi spot nei mesi successivi. Vale a dire che il prezzo medio per l’affitto di un casa in agosto è simile se pubblicato a maggio, luglio o agosto.

In secondo luogo – hanno concluso – i prezzi degli alloggi pubblicati su Airbnb sono significativamente correlati ai prezzi degli hotel. Pertanto, i nostri risultati hanno implicazioni che vanno al di là del mercato di Airbnb, indicando una diminuzione dei prezzi per i servizi di alloggio anche quando le condizioni di salute si saranno normalizzate.

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