La Procura milanese nell’indagine sui rider che si è estesa a livello nazionale ha indagato 6 persone, tra amministratori delegati, legali rappresentanti o delegati per la sicurezza, delle società Uber Eats, Glovo-Foodinho, JustEat e Deliveroo, ha spiegato in conferenza stampa, via web, il procuratore aggiunto milanese Tiziana Siciliano che con il pm Maura Ripamonti è titolare del fascicolo.
Alla resa dei conti, secondo i magistrati milanesi, oltre 60mila lavoratori di società del delivery, ossia Uber Eats, Glovo-Foodinho, JustEat e Deliveroo, dovranno essere assunti dalle aziende come lavoratori coordinati e continuativi, ossia passare da lavoratori autonomi e occasionali a parasubordinati. E ciò sulla base, come spiegato nella conferenza stampa della Procura di Milano, di verbali notificati stamani alle aziende. «Diciamo al datore di lavoro – è stato spiegato – di applicare per quel tipo di mansione che svolgono i rider la normativa, di applicare i contratti adeguati e quindi ci devono essere quelle assunzioni. Altrimenti saranno presi provvedimenti specifici. In Italia i rider hanno un trattamento di lavoro che nega loro un futuro – ha detto Greco – Hanno un permesso di soggiorno regolare ma non permettiamo loro di costruirsi una carriera adeguata».