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Referendum giustizia: Anm attacca la Lega e Salvini reagisce

ROMA – Nuovo scontro sulla giustizia. Anm all’attacco sul referendum ma non si fa attendere la replica del leader della Lega Matteo Salvini.

Il fatto stesso – dice il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, a proposito dei referendum sulla giustizia, parlando al Comitato direttivo centrale dell’Anm – che si porti avanti il tema referendario sembra esprimere un giudizio di sostanziale inadeguatezza dell’impianto riformatore messo su dal Governo; e fa intendere la volontà di chiamare il popolo ad una valutazione di gradimento della magistratura, quasi a voler formalizzare e cristallizzare i risultati dei vari sondaggi di opinione che danno in discesa l’apprezzamento della magistratura. Credo che spetti all’Anm una ferma reazione a questo tipo di metodo.

Il presidente dell’ANM attacca i referendum sulla Giustizia promossi da Lega e Partito Radicale e annuncia una ‘ferma reazione’? Parole gravissime. Non si può aver paura dei referendum, massima espressione di democrazia e libertà, e di confrontarsi con il giudizio e la volontà popolare. Lo dichiara il leader della Lega Matteo Salvini.

Il programma referendario può divenire lo strumento formidabile per mettere in ombra una modalità di approccio, fatta di impegno nel distinguere, nel selezionare il tipo e la struttura degli interventi di riforma, per saggiarne il rapporto di compatibilità costituzionale e non cancellare, in nome dell’idea che il sistema non sia redimibile, un assetto di regole costruito intorno ad alcuni principi che non dovrebbero mutare- ha avvertito Santalucia- Rischia di prendere quota la propensione a valutare in termini di inadeguata timidezza, se non di inaccettabile gattopardismo, l’atteggiamento riformatore che non mostra i muscoli del radicalismo ideologizzante, che non si fa percepire come disposto ad abbattere vecchi steccati, che poi il più delle volte sono presidi di diretta connessione costituzionale. Di qui la convinzione che l’Anm debba reagire: perchè prima ancora dei contenuti, c’è una questione di cornice entro cui collocare l’azione riformatrice, e, come recita il nostro Statuto, è compito dell’Anm ‘dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali.

Il segretario dell’associazione, Casciaro, ha insistito sulla necessità dei concorsi, per evitare vuoti d’organico di ben 2.000 magistrati ordinari negli uffici di merito nei prossimi due anni, che renderebbero non realistici gli obiettivi fissati nel Recovery fund, soprattutto con riferimento alla velocizzazione dei processi civili.

Al di là delle parole di circostanza e delle affermazioni dei rappresentanti della magistratura organizzata, è chiaro che ancora una volta la casta non vuole rinunciare alle sue prerogative e ai suoi privilegi e vuol continuare a condizionare la politica e ad essere la guida morale del paese. Ma non è proprio questo il ruolo dei magistrati, il Parlamento fa le leggi e i magistrati debbono applicarle, non interpretarle a modo loro, secondo il loro convincimento politico, come è accaduto negli ultimi 30 anni, da Mani pulite in poi.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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