Morta in casa a Livorno: fermato il marito, con l’accusa di omicidio volontario

LIVORNO – E’ stato fermato il marito di Ginetta Giolli, la donna di 62 anni trovata cadavere sabato scorso in casa, seminuda e con profonde ferite alla testa, nella camera da letto della sua abitazione, nelle case popolari di via Garibaldi. La polizia, come detto, ha fermato il marito, un uomo di 57 anni, originario del Marocco, che lavorava in una macelleria. E’ accusato di omicidio volontario. Il suo alibi non avrebbe retto, per questo è stato sottoposto a fermo come indiziato del delitto.

Si era presentato in questura spontaneamente, venendo sentito come persona informata sui fatti alla presenza del pm titolare delle indagini. Ma c’è stato qualcosa nel suo racconto che non sembra aver convinto gli investigatori. Tra le questioni non chiare, infatti, avrebbe fornito alibi che non avrebbero trovato conferma dai primi riscontri effettuati dalla squadra mobile, coordinata nelle indagini dalla procura livornese. Alibi che, secondo gli investigatori, proprio gli accertamenti effettuati in diretta avrebbero sconfessato. In particolare l’uomo avrebbe detto di essere stato fuori Toscana nei momenti compatibili con la morte della moglie.

Inoltre, in base alle testimonianze raccolte, tra marito e moglie, che non pare avessero una convivenza stabile, ci sarebbero stati dissapori e litigi. Peraltro il 57enne fermato sarebbe stato proprio l’ultima persona a vederla in vita. Circostanza che troverebbe conferma in un’altra testimonianza raccolta nel corso delle indagini. Secondo quanto riferito da un’amica della vittima, giovedì scorso quando aveva parlato per l’ultima volta con Ginetta Giolli, l’uomo si sarebbe trovato a casa della 62enne che avrebbe manifestato l’intenzione di mandarlo via. E’ la stessa amica che sabato ha dato l’allarme facendo scoprire il cadavere il 3 luglio perché non la sentiva da due giorni. Per entrare in casa della vittima, nel tardo pomeriggio di sabato, è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco che hanno dovuto far saltare la serratura perché la porta era chiusa.

Una volta entrati in casa, gli agenti hanno trovato il corpo riverso sul letto, seminudo ed è stato evidente come il decesso risalisse a qualche giorno prima. Probabilmente la vittima è stata colpita alla testa con la base di una lampada ritrovata in camera e forse anche con un martello ritrovato in un’altra stanza dell’appartamento. Per l’uomo è dunque scattato il provvedimento di fermo, anche perché gli inquirenti avrebbero avuto notizia che fosse in procinto di lasciare l’Italia. Intanto, mentre la procura ha chiesto la conferma del provvedimento al gip, sono in corso accertamenti. Gli indizi raccolti dalla scientifica potrebbero rivelarsi decisivi per le indagini.