ROMA – Tregua nel Movimento 5 Stelle. Il compromesso sembra questio: Grillo garante e guida, per così dire, spirituale. Mentre Giuseppe Conte sarà il leader esecutivo. E detterà la linea politica. Vito Crimi ha letto il messaggio di Grillo e Conte per la gioia dei parlamentari grillini. Ma il nodo di fondo resta: il M5S sarà fedele alla linea del governo Draghi, di cui fa parte, oppure cominceranno gli sgambetti voluti da Conte contro l’uomo che gli ha tolto la poltrona più alta di Palazzo Chigi? Un po’ di qua e un po’ di là? E Luigi Di Maio che ruolo avrà? Di certo c’è che la credibilità dei grillini, secondo i sondaggi è ai minimi termini. E il Pd non nasconde perplessità. Se Conte spara su Draghi che succede? Come fa Enrico Letta a dichiararsi alleato di un partito che potrebbe tendere trappole al premier, proprio nel momento cruciale delle scelte sul Recovery.
Ecco il messaggio di Grillo e Conte letto da Crimi: «Il MoVimento si dota di nuovi ed efficaci strumenti proiettando al 2050 i suoi valori identitari e la sua vocazione innovativa. Determinante è stato il contributo scaturito dal lavoro svolto dal comitato dei sette che Grillo e Conte ringraziano. Una chiara e legittimata leadership del MoVimento 5 Stelle costituisce elemento essenziale di stabilità e di tenuta democratica del Paese. Grillo e Conte si sentiranno ancora nei prossimi giorni per definire insieme gli ultimi dettagli e dare avvio alle procedure di indizione delle votazioni».
Dal cul de sac della riforma Cartabia era difficile, per il Movimento 5 Stelle, tornare indietro. Lo hanno pensato i 7 saggi dello Statuto. Lo hanno pensato Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Così, l’assemblea dei gruppi che avrebbe registrato l’ennesimo, lacerante, redde rationem interno si apre con una sorpresa: il reggente Vito Crimi annuncia che il Garante e l’ex premier hanno trovato l’intesa e che, nei prossimi giorni, si voterà per il nuovo Statuto. Il M5S, ferito, cerca di voltare pagina. L’accordo dovrebbe sminare il possibile crac interno ritagliando – si vedrà se anche formalmente – un ruolo di primo piano ai 7 saggi: Luigi Di Maio e Roberto Fico su tutti. L’asse tra il ministro degli Esteri e il presidente della Camera ha, di fatto, smontato le spinte scissionistiche. Potrebbero essere loro, in qualche modo, il cordone di sicurezza per gestire eventuali fughe in avanti del leader o del Garante. La rete voterà – salvo colpi di scena su una piattaforma diversa da Rousseau – prima sullo Statuto e poi sulla leadership di Conte.
Lo Statuto, invero, in pochi lo hanno ancora visto. Il ruolo di Garante, per Grillo è salvo. Ma l’ex comico, probabilmente, avrà un potere di incidenza minore sui gruppi. E resta ancora aperto il “nodo dei nodi”, quello del terzo mandato. L’intenzione di Conte è far depositare un po’ di polvere prima di affrontare un punto che tornerà a dividere i pentastellati. Anche perché il nodo giustizia qualche strascico lo ha lasciato eccome.
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