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Economia: imprese al top con i segnali di ripresa. Ma occhio ai prezzi: l’Italia non è ricca come prima

Le famiglie riducono i consumi
La fiducia è tornata, ma i consumi non ripartono. Le famiglie non possono permettersi le spese di una volta

Colgo al volo la notizia: la fiducia delle imprese vola a livelli che non si erano mai visti da quando l’Istat ha iniziato a rilevarne l’indicatore. Di colpo torno con la memoria agli anni Sessanta, quando, ragazzino  di dieci anni, sentivo dire, senza entusiasmarmi, che l’Italia stava crescendo a velocità pazzesca. Era il boom, seguito da tanti sboom nei decenni successivi. Oggi, metre lottiamo per uscire dalla pandemia, anche il comune sentire dei consumatori arriva ai massimi livelli degli ultimi tre anni. La fotografia scattata dall’istituto di statistica sull’andamento degli indici di fiducia del mese di luglio mostra un paese ottimista, che ha voglia di ripartire e, come segnalano Confcommercio e Confesercenti, rappresenta un segnale importante per il consolidamento della ripresa. Tuttavia, si spende con grande attenzione.

CONSUMI –  Nonostante tutto, i consumi languono. Come chiedono anche le principali associazioni di difesa degli utenti, servono interventi sostenibili per farli ripartire. E occorre la garanzia del contenimento dei prezzi. La gente non spende perchè ha paura di quel che ci può essere dietro l’angolo. Il pensionato che considera un tesoretto i 10-15 mila euro del libretto di risparmio, se ne sta sulla difensiva. Così come i ragazzi neo assunti, con stipendio che non arriva a milleduecento euro al mese. Le stime dell’Istat rilevano un indice del clima di fiducia dei consumatori che nel mese in corso è salito da 115,1 a 116,6, ovvero il dato più alto da settembre 2018, mentre l’indice composito della fiducia delle imprese è in rialzo a quota 116,3 da 112,8. Si tratta in quest’ultimo caso del valore più elevato di tutta la serie storica, ovvero dal marzo 2005 quando l’indice ha iniziato ad esser calcolato. L’Istat spiega, in particolare, che per il capitolo imprese i servizi registrano un aumento marcato della fiducia superando decisamente i livelli precedenti la crisi. Nella manifattura, invece, si attenua il ritmo di crescita in seguito ad un lieve calo delle aspettative sul livello della produzione.

COMMERCIO – Quanto invece alla fiducia dei consumatori, la crescita è trainata soprattutto dal deciso miglioramento dei giudizi sia sulla situazione economica generale sia su quella personale. In lieve calo sono invece le attese per il futuro. «La tornata di indagini di fiducia di luglio è stata, come già nei due mesi precedenti, decisamente migliore delle attese», spiega l’economista di IntesaSanpaolo Paolo Mameli che dà una spiegazione chiara del maggior ottimismo: «La ripresa della mobilità personale seguita alla riapertura dell’economia – mette in risalto – è stata più rapida del previsto, come visibile dal fatto che la mobilità verso gli esercizi commerciali e le attività ricreative (secondo gli indicatori diffusi da Google) è sui massimi dallo scoppio del Covid. Di ciò stanno beneficiando soprattutto servizi e commercio, in presenza di un trend di espansione che continua nel manifatturiero e nelle costruzioni».

TESORETTO – Tra le associazioni che rappresentano gli utenti, il Codacons vede i dati odierni come un tesoretto in grado di sostenere la ripresa dell’economia italiana e di accelerare la ripartenza del paese e che proprio per questo va sfruttato per sostenere i consumi ancora fermi. La crescita della fiducia, spiegano gli utenti, corrisponde ad una maggiore propensione alla spesa da parte delle famiglie, ma servono misure specifiche per aiutare quella fetta di popolazione che ha subito una riduzione del reddito a causa del Covid. Di avviso analogo anche Confesercenti secondo cui servono interventi ragionevoli e sostenibili per le attività economiche, che non ostacolino la ripartenza e non si tramutino in oneri eccessivi – quando non direttamente in misure punitive – per le imprese. Gli imprenditori del resto, assicura la stessa associazione, sono pronti a collaborare e fare la loro parte. Mentre l’Unione nazionale consumatori osserva che è l’effetto serenità, l’idea di poter tornare a una vita normale, con ferie, negozi e ristoranti aperti, niente più coprifuoco. Di segnale importante per il consolidamento della ripresa parla invece l’Ufficio studi di Confcommercio, sottolineando tuttavia come sia evidente che per la ripresa dei consumi occorrerà del tempo per recuperare il vuoto di domanda che si è generato nei mesi precedenti. Soprattutto nel turismo e nelle attività ricreative e d’intrattenimento, date anche alcune limitazioni ancora esistenti. Ma riaperture e regole meno stringenti non possono coincidere con le stangate dei listini. certi ristoranti che hanno alzato i prezzi o abbassato la qualità (è accaduto anche questo) hanno dovuto fare rapidamente marcia indietro.

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Sandro Bennucci

Direttore del Firenze Post Scrivi al Direttore

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