Posizioni stabili (il 45% delle offerte è a tempo indeterminato, il 41% determinato e il 14% in apprendistato) offerte, a partire da settembre, da tutti i comparti dell’artigianato (con prevalenza del 21% dell’impiantistica, del 16% delle costruzioni, del 12% della produzione, dell’11% dell’autoriparazione, del 9,5% di parrucchiere e estetiste e trasporti), cadute però nel vuoto. Perché?
Il 35% degli intervistati dichiara che i candidati non erano preparati per la mansione richiesta, mentre il 27% non ha addirittura ricevuto candidature. Un 3% rimanda alla poca efficienza di Centri per l’impiego e agenzie interinali, un altro 3% alla tipologia di mansioni offerte (il 78% degli intervistati è in cerca di operai, tra comuni, qualificati e specializzati, il 19% di apprendisti e il 3% di impiegati) e un altro 3% agli ammortizzatori sociali, come cassa
integrazione e reddito di cittadinanza, che renderebbero meno appealing il lavoro.