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Prosek croato approvato dalla Ue: Italia pronta alle barricate

BRUXELLES – La Croazia torna alla carica sul vino Prosek e l’Italia si prepara a tutelare le sue bollicine più conosciute nel mondo. La domanda di registrazione della menzione tradizionale Prosek presentata dalle autorità croate avanza tra le proteste italiane. Lo ha confermato il Commissario Ue all’agricoltura Janusz Wojciechowski rispondendo a un’interrogazione presentata da europarlamentari di tutti gli schieramenti. La domanda croata risponde ai requisiti di ammissibilità e validità, e la Commissione procederà alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue.

Siamo pronti alle barricate per difendere in ogni modo e in ogni sede il Prosecco Made in Italy perché deve essere chiaro a tutti che l’unico vero prosecco è quello prodotto nelle nostre terre”, ha detto Mara Bizzotto della Lega, autrice di una delle tre interrogazioni sul tema, tutte partite ai primi di luglio. Una – primi firmatari Alessandra Moretti e Paolo De Castro – era di eurodeputati di diversi paesi e schieramenti, e un’altra ancora di Gianantonio Da Re (Lega) che oggi chiede a Europa, Governo e Regione Veneto” di fermare la truffa del Prosek.

Un tentativo croato di proteggere la denominazione Prosek era già fallito nel 2013. Oggi Zagabria chiede di registrare una menzione tradizionale, che non è una Dop ma un modo di proteggere nomi ad essa legati. Riserva, Superiore, Chateau, Grand Cru, sono tutti esempi di menzione tradizionale riconosciuti dalle norme dell’Ue. Quello di Bruxelles non è un via libera e i giochi sono tutt’altro che conclusi. La pubblicazione della domanda in Gazzetta Ue coincide infatti con l’inizio di un periodo di due mesi in cui è possibile presentare obiezioni, che la Commissione analizzerà. Poi deciderà.

La Commissione ha risposto seguendo la procedura, ovviamente l’auspicio è che la stessa non vada avanti – sottolinea la Cia-Agricoltori italiani in una nota – dovremmo capire come i soggetti interessati potranno presentare obiezioni e farci eventualmente promotori. Il Ministero si è già opposto a questo riconoscimento – spiegano dal Ministero delle Politiche agricole – e utilizzerà ogni argomentazione utile per respingere la domanda, anche appellandosi ai principi di tutela espressi dalla Corte di Giustizia in casi analoghi. Ma si deve fare presto per fermare una decisione che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Si tratta – precisa – di un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare la denominazione prosecco dai falsi, come in Argentina e Australia.

Il pericolo di confusione da parte soprattutto di coloro che non conoscono il prodotto (ma solo il nome), secondo Confagricoltura, è grande e potrebbe indurre in reale inganno chi acquista il prodotto. Una ferma opposizione arriva anche dai territori di produzione del prosecco con il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, che definisce vergognoso quanto accaduto e il presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Elvira Bortolomiol, che chiede di fare squadra per proteggere il nome Prosecco. Mentre il presidente del Consorzio Prosecco Doc, Stefano Zanette, promette che la faccenda non è affatto conclusa.

L’annuncio della registrazione della menzione tradizionale Prošek fatto dalla Commissione Ue è la punta dell’iceberg dell’attacco in atto nei confronti del Prosecco che è il vino italiano più copiato nel mondo, dove le esportazioni hanno superato il miliardo di euro con un aumento del 35% nei primi sei mesi del 2021. E’ quanto afferma la Coldiretti, nel sottolineare che la notizia arriva proprio con il via alla vendemmia fissato per metà settembre dalla zona di Conegliano per raggiungere i territori verso la Valdobbiadene intorno alla fine del mese. Negli scaffali dei supermercati la Coldiretti ha smascherato il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, ma in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova, mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur. La decisione della Commissione Europea è quindi un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione dai falsi. Il Prosek croato, ricorda la Coldiretti, è un vino dolce da dessert proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia per il quale Zagabria chiede di registrare una menzione tradizionale dopo che il tentativo di proteggere la denominazione già fallito nel 2013.

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