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Reddito minimo: scende in campo anche la Ue, per i giovani in difficoltà

Commissione Ue

BRUXELLES – L’attivismo della Presidente Von der Leyen e della Commissione Ue in campo sanitario e sociale è diventato frenetico. La Commissione cerca di far dimenticare il flop delle politiche dell’immigrazione che crea tanti guai per l’Italia e altri Paesi Mediterranei, invasi dai clandestini.

Un reddito minimo per i giovani che provengono da famiglie in difficoltà e in situazioni di disagio, aiuti alle imprese per assumerli, un intervento per disciplinare il lavoro sulle piattaforme digitali e un freno al precariato. E’ questo il
piano della Ue sul lavoro messo a punto dal Commissario europeo Nicolas Schmit. «Prima dobbiamo assicurarci che vengano creati posti di lavoro. Se hai un mercato del lavoro dinamico – spiega in un’intervista a La Repubblica -, avrai anche più mobilità. Le persone sono pronte anche ad accettare una maggiore mobilità quando sanno che
se vengono licenziati, facilmente trovano una soluzione. I due aspetti vanno affrontati insieme. La presidente della Commissione ha lanciato l’idea di prendersi più cura dei giovani, di chi in particolare ha un basso livello di competenze o di istruzione. Di chi ha abbandonato la scuola. Parliamo di quelli che vengono definiti i bisogni. Una
esigenza abbastanza alta in Italia. Noi dobbiamo assistere i giovani che vengono da famiglie svantaggiate e che hanno un inizio di vita difficile. Bisogna fare fronte alla crescente disuguaglianza sociale».
Un nuovo ascensore sociale? «Sì. Come possiamo costruirlo? E’ fondamentale per la coesione sociale ed è necessario per affrontare una economia fondata sulla conoscenza, sulla competenza e sulla tecnologia, creeremo un’indennità, con una sorta di contratto che lo Stato fa con loro. Una specie di reddito minimo. Uno strumento per aiutare le persone a iniziare o reiniziare la loro vita».

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Ezzelino da Montepulico


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